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Mafia nigeriana: 'Io, costretta a prostituirmi anche mentre aspettavo il mio bimbo' (2)

di AdnKronos domenica 7 aprile 2019

2' di lettura

(AdnKronos) - La donna ha quindi continuato a raccontare nei dettagli le violenze e le costrizioni subite nei mesi successivi durante i quali aveva lavorato come prostituta nella Connection House di 'Action' e ha fornito "elementi fondamentali per la sua identificazione quali le utenze telefoniche e l ubicazione precisa della Connection House e riferiva alcuni particolari in particolare l utilizzo del basco di colore blu nel corso di riunioni con gli amici che conducevano immediatamente ad ipotizzare la sua appartenenza al cult degli Eiye". "Il 17 di luglio 2017 sono arrivata qui a Palermo alla stazione Centrale con il pullman che proveniva da Torino e Action è venuto a prendermi e mi ha portata in una casa vicino a Casa Professa nel quartiere di Ballarò- spiega ancora la giovane ex prostituita -All'interno c'erano altre due ragazze Sonia e Glory entrambe costrette a prostituirsi per conto di Action. La casa si trova al piano terra. Ci sono tre stanze nella stanza principale, Action vende la birra mentre nelle altre due stanze noi tre portavamo i clienti. I clienti erano tutti nigeriani. Le prestazioni variavano dai 15 ai 20 euro presso la nostra abitazione. Mentre se noi andavamo a casa del cliente chiedevamo 50 euro day break". E ancora: "Per il day break Action teneva 10 euro per se mentre per le altre prestazioni 5 euro Action chiedeva solo a me e a Sonia 250 euro complessive al mese per il fitto della casa mentre Glory non pagava perché era la sua ragazza. I soldi io li consegnavo a Glory che li dava ad Action. Ho pagato solo un affitto di 125 euro e i soldi che gli dovevo a seguito delle prestazioni sessuali con i clienti che non sono in grado di quantificare Il giorno 24 agosto Action mi ha chiesto un rapporto sessuale gratis io mi sono rifiutata e allora mi ha detto di andare via da casa. Gli ho detto che non sarei andata via perché avevo appena pagato l'affitto e allora lui ha iniziato a minacciarmi dicendomi che mi avrebbe pugnalata sul seno e negli occhi. Considerata la situazione sono andata via da casa e ho chiamato la mia amica Joy che avevo conosciuto in chiesa quando sono arrivata a Palermo Let mi ha ospitata per 4 giorni. Poi sono andata alla Caritas dove tutt oggi mi trovo". E conclude: "Ho paura perché ho sentito che Action mi sta cercando per avere dei soldi da me e vuole che io ritorni a lavorare per loro".

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