(AdnKronos) - Sono numerosi, poi, i misteri attorno al telefono di Scarantino a San Bartolomeo. Nel processo Borsellino bis è stato sentito tra i testi anche Luigi Mangino, un funzionario del servizio di protezione. Al quale venne chiesto se nella casa di San Bartolomeo Scarantino avesse un telefono, ma Mangino non ricordava. Solo successivamente, era stato accertato che Scarantino avesse un'utenza fissa. Ma, spulciando tra le carte, emerge pure che non si trovano i brogliacci e le bobine ma solo un decreto di intercettazione disposto dalla Procura di Caltanissetta sul telefono fisso di San Bartolomeo, a partire dalla stessa giornata in cui viene messo il telefono. Un altro giallo riguarda l'intervista rilasciata in quel periodo da Scarantino al giornalista di Mediaset Angelo Mangano. Nel contratto di collaborazione firmato quando decise di parlare con i magistrati c'era scritto che se avesse rilasciato una intervista sarebbe stato subito espulso dal programma di protezione. Ma non è accaduto nulla di tutto ciò. Perché? E Mangano, sentito sull'intervista, disse di non averne mai saputo niente di quella intervista. L'interrogativo che ci si pone, a prescindere dal contenuto dei 19 supporti magnetici, e che non sono mai stati aperti, è perché quei nastri siano finiti sul tavolo del Procuratore di Messina.