Vittorio Feltri su Giorgia Meloni: "E' vittima di bullismo progressista"
Confesso che gli attacchi inferti a Giorgia Meloni mi hanno fino ad ora divertito, poiché ci consegnano la grottesca fotografia di una classe politica infantilistica dedita ad una sorta di bullismo nei confronti del primo della classe, nel caso specifico, verso la prima nei sondaggi. Tuttavia, negli ultimi giorni, a mano a mano che la fatidica data del 25 settembre si fa più vicina, questo accanimento, funzionale solamente a mimetizzare una assenza di contenuti al di fuori dei soliti mantra progressisti, puntualmente riciclati, mi produce un sentimento di pena, di opprimente desolazione, di sconforto. I motivi pretestuosi per dare addosso alla leader di Fratelli d'Italia sono sempre più inconsistenti, sciocchi, addirittura folli. Su Twitter, campo di battaglia politico, ad esempio, Laura Boldrini, ha scritto che l'idea di Meloni di allontanare i giovani dalla strada della devianza mediante la promozione dell'attività sportiva è un "concetto del Ventennio".
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Insomma, la sinistra deve sempre tirare fuori questa accusa, ossia quella che la destra sia fanatica di Mussolini e che Giorgia intenda ripercorrerne le orme. Non se ne può più. Eppure mi risulta che Boldrini abbia alle spalle studi classici, evidentemente non ha studiato abbastanza, dal momento che ignora che le civiltà classiche, millenni prima di Benito o di Giorgia, consideravano lo sport parte essenziale della formazione e della educazione. L'atletismo greco è celebre e lo sport, tanto più se agonistico, era ritenuto nella società ellenica un metodo per trasmettere valori importanti. Furono i greci, non a caso, ad istituire le Olimpiadi, oltre 700 anni prima di Cristo. Queste cose Laura non le sa. E taccia Meloni di imitare il duce in quanto esalta i benefici del movimento, che sono riconosciuti dalle scienze tutte e che si riverberano sia sulla psiche che sul corpo, producendo effetti virtuosi altresì sullo stile di vita dei ragazzi, i quali, se allenati a rispettare una disciplina, come quella necessaria nello sport, propenderanno verso scelte esistenziali più sane e più corrette. Ma questo non lo dice Meloni. Lo dice la medicina.
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Contro Giorgia sono insorti pure i moralisti dei nostri stivali che si indignano, si scandalizzano, si stracciano le vesti, protestano perché Meloni ha pubblicato il video di uno stupro (in cui la vittima non è visibile né riconoscibile) e non per lo stupro. Io stesso ho subito sulla mia pelle questa schizofrenia. Nel 2017, su Libero, decidemmo di impaginare i verbali relativi alla violenza sessuale avvenuta a Rimini ad opera di un gruppo di extracomunitari ai danni di più vittime. L'obiettivo era quello di diffondere la verità nuda e cruda per voce di coloro che quelle violenze le avevano vissute. Il risultato? Fui incriminato di fare pornografia e non giornalismo dai colleghi di sinistra, quelli che hanno la puzza sotto il naso e provano ribrezzo nei confronti della verità quando essa è sconveniente o non si sposa con la loro ideologia e il loro credo. Io non temo la verità, non è questa a farmi orrore o a ripugnarmi, bensì coloro che la nascondono.
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