Carlo Calenda "fascista": la sinistra resiste solo 24 ore
Hanno resistito circa 24 ore, a sinistra, dopo lo strappo di Carlo Calenda e la sua uscita dall'ammucchiata progressista. Poi non ce l'hanno più fatta, ed essendo diventato un avversario lo hanno accusato di essere un fascista. È un riflesso condizionato: non sei nostro alleato? Sei uno squadrista. Non stai nel listone rosso? Sei una camicia nera. Dev' essere stato quasi liberatorio.
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Va bene accusarlo di essere inaffidabile, addirittura di essere un traditore e di favorire la vittoria della "peggiore destra di sempre". Però mancava qualcosa. Mancava quel grido riservato inevitabilmente a chiunque non si schiera dalla parte dei compagni: «Fascista!». Tutto nasce da un'uscita di Calenda: in Italia «servono 11 termovalorizzatori e due rigassificatori. Benissimo, discutete con le comunità, ma poi queste opere si fanno» e, se serve, per realizzarle «si militarizzano i siti».
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Risposta del leader di Europa Verde, Angelo Bonelli: «Dice Calenda che usare l'esercito non è di destra né di sinistra? È vero, perché è drammaticamente fascista». Il leader di Azione ha replicato a stretto giro, naturalmente su Twitter: «Ecchela là. Sono diventato fascista. Contavo i minuti». Ma lui, da aspirante centrista, può consolarsi pensando che, in fondo, la stessa accusa è stata rivolta dai comunisti anche a un certo De Gasperi...