Vladimir Putin è una belva, non un terrorista: il voto sbagliato del Senato Usa
La spaccatura fra Stati Uniti e Russia causata dalla guerra in Ucraina rischia di radicalizzarsi, se per Mosca si affaccia l'inclusione nell'asse del male del terrorismo. Ieri il Senato Usa ha approvato una risoluzione per chiedere al segretario di Stato Anthony Blinken di designare ufficialmente la Russia «stato sponsor del terrorismo per le sue azioni in Ucraina, Cecenia, Georgia e Siria, che hanno portato all'uccisione di migliaia di uomini, donne e bambini innocenti». Una mossa politica e forzata, per imporre al Cremlino un'etichetta di "male assoluto". Certo, i bombardamenti sull'Ucraina hanno causato finora 5200 morti civili, stando alle più recenti stime Onu.
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Ma sono vittime collaterali dei pesanti combattimenti in zone popolate dove gli ucraini stessi nascondono carri e lanciarazzi vicino a ospedali e scuole. Quanto a stragi come quella di Bucha, ancora si dibatte su indagini davvero indipendenti. E comunque, non è nulla di paragonabile alle nefandezze di Al Qaeda, dell'Isis o dei terroristi ceceni che causarono molte stragi in territorio russo. La Russia è anzi stata fra le potenze più solerti nel bastonare il terrorismo. Dobbiamo ai missili che dal settembre 2015 i bombardieri Tupolev hanno sganciato sulla Siria se oggi dell'Isis è rimasto poco o nulla. È vero che in Cecenia nel 2000 l'esercito russo s' affidò a milizie lealiste che non andavano per il sottile, come è vero anche che la guerra contro la Georgia nel 2008 fu pure brutale, con bombardamenti di villaggi, da entrambe le parti.
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Ma se anche si fosse voluto vedere nelle "vittime collaterali" dei combattimenti in zone urbane, un indizio di "terrorismo", perché mai il Senato Usa si è svegliato solo adesso e non ha accusato Mosca già nel 2008 per la Georgia o nel 2015 per la Siria? Troppe incongruenze accreditano che Washington punti solo a infangare Mosca, ottenendo però l'unico risultato di allontanare il dialogo. E se la Russia fosse davvero considerata "terrorista" dagli Stati Uniti, come potrebbe Washington far finta di nulla di fronte al suo immenso arsenale nucleare, quando nel 2003 fece il diavolo a quattro per le inesistenti armi "massive" dell'Iraq? Nessuno avrebbe il coraggio di "disarmare" Mosca con la forza, pena una catastrofe globale. E dovendosi sopportare che uno "stato terrorista" è la massima potenza atomica del mondo, crollerebbe l'idea di una legge internazionale di fronte alla quale tutti gli stati sono uguali.
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