Centrosinistra, Alessandro Sallusti: i diversivi dell'armata Brancaleone
La possibilità che il Paese a settembre abbia un governo di Centrodestra a guida Giorgia Meloni sta diventando una ossessione per la quasi totalità della stampa e dell'informazione televisiva. Siccome le parole pare non bastino più si va a ravanare nel bidone della spazzatura dei servizi segreti e si impacchettano rifiuti - l'ultimo la patacca sulla Lega e Putin - per rivenderli come notizie. Il tutto per confondere le acque e alzare una cortina fumogena che copra l'assoluto caos che regna dentro la sinistra.
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Ne vedremo e leggeremo di ogni quando invece sarebbe molto più interessante portare alla luce odi, ricatti e divisioni all'interno, per dirla come Achille Occhetto nelle elezioni del 1994, della "gioiosa macchina da guerra" che doveva allora e dovrebbe oggi spezzare le reni al Centrodestra. La realtà celata è che lo schieramento di sinistra è sì un'armata ma Brancaleone, tipo quella di Occhetto. Un amico di sinistra, e quindi di raffinata cultura, sconsolato mi ha fatto un suggestivo paragone con la storia del debutto di un allievo del grande violinista rumeno George Enescu nel Conservatorio di Parigi negli anni Venti.
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Enescu, che era anche un discreto pianista, accompagnava l'allievo al piano con accanto, per girare le pagine, uno dei massimi pianisti del 900, Alfred Cortot, un collega al conservatorio. La recensione laconica il giorno dopo recitava: "Chi girava le pagine avrebbe dovuto suonare il pianoforte; chi ha suonato il piano avrebbe dovuto suonare il violino; chi ha suonato il violino avrebbe dovuto girare le pagine". Ecco, oggi nella sinistra l'unico che smania per candidarsi, Carlo Calenda, non ha nessuna chance; chi avrebbe molte chance, Mario Draghi, non ci pensa neanche e chi dovrebbe essere il candidato naturale Enrico Letta, ha paura di farlo.
Insomma, non una delle tessere del mosaico progressista si trova al posto giusto ed è quindi impensabile che alla fine si componga un quadro presentabile. Ora, non è che nel Centrodestra sia in corso una luna di miele, i tre soci marceranno, come del resto è ovvio e giusto che sia, divisi nella forma ma uniti nella sostanza. E soprattutto ognuno suonerà lo strumento in cui è maestro, musica per le orecchie degli elettori.