Aborto, il diritto nella Carta fa litigare l'Europa: ecco tutte le posizioni
Il Parlamento europeo introduce il diritto all'aborto nella Carta dei diritti fondamentali La Corte Suprema USA nel 1973 aveva riconosciuto il diritto costituzionale delle donne all'aborto e lo legalizzava a livello nazionale. La recente pronuncia della Corte Suprema americana, come è noto, ribaltando tale statuizione, ha consentito ai singoli stati federali la libertà di applicare le loro leggi in materia di aborto, anche dichiarandolo illegale (come in Texas e Missouri).
Il 7 luglio scorso, per controbilanciare la decisione americana, è intervenuto il Parlamento europeo sul tema. E a maggioranza ha votato una risoluzione che riconosce il diritto all'aborto come un diritto fondamentale dell'individuo.
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CIRCOSTANZE DIVERSE
La decisione presa dal Parlamento europeo, che dovrà passare poi per la ratifica del Consiglio d'Europa, prevede l'introduzione di un nuovo articolo (7-bis) nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea contenente queste parole: "ognuno ha diritto all'aborto sicuro e legale". Naturalmente, questo diritto non potrà ritenersi assoluto, ma dovrà essere declinato e modulato in ragione di diverse circostanze quali l'età della donna, i termini temporali per l'esercizio del diritto, lo stato di salute del feto o della donna e le strutture sanitarie adeguate dove praticarlo.
PARLAMENTO EUROPEO
La Carta, come è noto, enuncia i diritti civili, politici, economici e sociali dei cittadini europei e di tutte le persone che vivono sul territorio dell'Unione. Si compone attualmente di 54 articoli e di un preambolo, in cui sono richiamati i valori spirituali e morali dell'Ue.
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Il Parlamento europeo, esprimendo una generica solidarietà alle donne americane, ha anche esortato il Congresso degli Stati Uniti ad approvare una legge che riconosca e protegga il diritto all'aborto, superando in tal modo la decisione della Corte Suprema e la stessa risoluzione ha menzionato una preoccupazione per i paesi europei in cui l'aborto è estremamente limitato o illegale, quali la Polonia, Malta, Slovacchia e Ungheria.
di Pieremilio Sammarco
*ordinario di Diritto comparato