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Alberto Zangrillo merita una medaglia: Covid, chi fa di tutto per restare sul divano fa fermato

Giovanni Sallusti
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Date una medaglia al professor Alberto Zangrillo, subito. Non è la prima volta, che rompe i canoni del pandemicamente corretto. Ma stavolta è andato oltre, ha messo nel mirino una certa visione del mondo, diciamo assistenzial-furbetta, che costituisce la degenerazione sempre incombente del carattere italico. Tweet zangrilliano: «Accade che lavativi seriali, positivi al test #Covid19, non lavorino per settimane, sebbene asintomatici. Così si distrugge il Paese».

 

Nostra esegesi: vivaddio, finalmente un medico che ricorda come chi ha negato l'emergenza Covid sia certamente un cretino (Zangrillo è un Si Vax integrale). Ma anche, forse soprattutto, che l'emergenza non è solo sanitaria. È economica, psicologica, sociale, a maggior ragione oggi, dopo il secondo "cigno nero" che ha seguito la pandemia, la guerra nel cuore dell'Europa, l'ombra lunga della recessione se non della sua sorella maligna, la stagflazione. Oggi, chi rincorre l'ultima traccia di debole positività tamponandosi a oltranzaa per un mese e oltre pur di non abbandonare il divano, fa qualcosa di nessun fondamento scientifico, e di molto paraculismo "particulare", avrebbe detto Guicciardini. 

 

Un'astuzia indolente di microscopico cabotaggio personalistico, che applicata a sistema rischierebbe la paralisi del Paese, per una variante che nella stragrande maggioranza dei casi è asintomatica o parainfluenzale. Secondo le stime di Matteo Bassetti, altro scienziato alieno dal conformismo del Terrore, oggi «abbiamo 4-5 milioni di persone potenzialmente positive», e isolandole tutte battezzeremmo un "lockdown di fatto". Un altro lockdown e un'altra serrata produttiva: avanti così e Putin può stare tranquillo, ci distruggiamo da soli.

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