Vittorio Feltri: perché è uno sbaglio fidarsi troppo di Usa e Joe Biden
Ernesto Galli della Loggia ieri sul Corriere della Sera ha giustamente tirato le orecchie, e non soltanto quelle, a Putin, il quale ha avviato una guerra mostruosa contro l'Ucraina riducendola a un ammasso di rovine. Qualcuno osserva, non senza giudizio, che nella storia dell'umanità non si è mai visto un conflitto gentile. Le armi nei combattimenti l'hanno sempre fatta da padrone, e di solito vincono la battaglia finale coloro che dispongono di cannoni e missili più devastanti. È brutto che prevalgano sempre i più potenti, anzi prepotenti. Ma è consolidato il fatto che i più forti anche muscolarmente siano avvantaggiati nel determinare l'esito di un evento bellico. Personalmente nutro per Putin la stessa stima che ho per i pidocchi del pube, detti piattole. Tuttavia non mi sembra che i suoi avversari, non solamente locali, ma anche europei e soprattutto americani, vantino una maggiore moralità.
Questi ultimi, in particolare, si spacciano per professori di etica quando invece il loro passato è pieno zeppo di episodi mostruosi. Agli Usa piacerebbe da morire sottoporre il capo del Cremlino a un processo analogo a quello di Norimberga, in maniera di potere condannare a morte i russi allo stesso modo in cui furono giustiziati i nazisti agli ordini di Hitler.
Chi ha buona memoria ricorderà questi eventi e mi auguro non condivida i risultati del citato procedimento giudiziario. Che i nazisti fossero canaglie non lo scopro io, ovvio. Tuttavia non capisco perché gli americani, che attualmente pur atteggiandosi a verginelli amanti della democrazia, dopo aver lanciato sul Giappone la bellezza di due bombe atomiche (che provocarono centinaia di migliaia di vittime umane), siano stati proclamati vincitori dello scontro mondiale, eroi meritevoli di essere celebrati. Nessuno osò proporre per loro un elegante processo tipo quello di Norimberga, considerato che ne hanno sterminati più del dittatore tedesco.
Ma con quale assurdo criterio si giudicano i fatti storici? Gli States poi non hanno smesso di trucidare gente. Rammento quello che hanno combinato in Vietnam, in Iraq e in Afghanistan. Nessuno ha avuto l'ardire di chiedere - lo sottolineo ancora - che essi venissero posti sotto giudizio. Perché due pesi e due misure nel valutare il comportamento di Paesi che sono responsabili di stragi? Io non sono mai stato filo-americano. Fin da bambino, quando frequentavo il cinema dell'oratorio che proiettava film western, facevo il tifo per gli indiani che con l'arco e le frecce si opponevano ai cow-boys armati di pistole e fucili. Che oggi sparano ai negri per strada.