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Amministrative, il filo-atlantismo paga: ecco come leggere il verdetto delle urne

Roberto Formigoni
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Quali messaggi contengono i risultati delle elezioni amministrative di domenica scorsa? Parecchi e importanti, su cui la classe politica tutta farebbe bene a riflettere a fondo, specie in previsione delle elezioni politiche nazionali della prossima primavera. Il primo è quello ormai abituale dell'aumento dell'astensionismo, indice della crescente disaffezione e sfiducia verso la politica, questa volta molto forte anche tra i giovani. A questo si aggiunge il vergognoso atteggiamento degli oltre 100 presidenti di seggio di Palermo, che non si sono neppure presentati per far iniziare le operazioni di voto. Nella loro funzione sono equiparati a pubblici ufficiali, e vanno dunque adeguatamente sanzionati e puniti. Se ciò non accadesse sarebbe un altro drammatico segno del declino delle nostre istituzioni. Ma veniamo ai risultati del voto: i primi due partiti (non coalizioni) sono fuori di dubbio il Pd e Fratelli d'Italia. Perchè? A mio avviso per la coerenza dimostrata da entrambi, su fronti opposti ma senza tentennamenti, nelle diverse fasi della legislatura.

Per esempio sul versante della guerra hanno sostenuto la posizione ufficiale del nostro paese, filoatlantica, filo-europeista, a sostegno dell'Ucraina aggredita e in appoggio alle sanzioni decretate contro l'aggressore Putin. Si noti che FdI è all'opposizione del governo, ma su una scelta così importante ha giustamente preferito la fedeltà all'Italia.

Per ragioni simmetriche sono stati sconfitti i due partiti che hanno spesso occhieggiato a Putin, preferendo inseguire la posizione altalenante di una parte del loro elettorato piuttosto che la coerenza con una scelta sancita da un voto chiarissimo espresso anche da loro in Parlamento. E dimenticando di far parte di un governo, che hanno sovente ostacolato con le loro dichiarazioni e il loro atteggiamento.

L'elettorato preferisce la coerenza, non c'è che dire! Con la loro sconfitta è stato (speriamo definitivamente) sconfitto il populismo, specie quello dei 5Stelle, ridotti ormai al 3 o 4%. Diverso è il discorso per le coalizioni. È miseramente fallito il "campo largo" su cui aveva scommesso il Pd, proprio per il fallimento dei 5Stelle.

Il centrodestra numericamente prevale, ma le divisioni interne non mancano e si fa sempre più aspra la contrapposizione tra Meloni e Salvini.
Una novità di queste ultime ore è l'invito di Berlusconi ai centristi perché si uniscano con Fi per un forte schieramento di centro. Se non fosse la solita proposta di annessione, ma un'alleanza sottoscritta con programmi e patti chiari, sarebbe finalmente un fatto nuovo e positivo.

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