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Alessandro Sallusti, scacco matto a Cacciari: "Caro pozzo di scienza, rispondi a questa domanda"

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Massimo Cacciari

Alessandro Sallusti
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Mi piacerebbe chiedere al filosofo Massimo Cacciari, ma non soltanto a lui, se nel suo pozzo di scienza e conoscenza che condivide con il marchese del Grillo, quello dell'"io sono io e voi siete un ca...", c'è qualche cosa che giustifica la cancellazione dalle cartine geografiche dell'Ucraina. No, perché ieri il braccio destro di Putin, Dmitry Medvedev, ha detto proprio che questo è l'obiettivo - si è dato tempo due anni - dell'operazione speciale russa: cancellare l'Ucraina dalla faccia della terra. La cosa ci può lasciare anche indifferenti, certo, e Cacciari sicuramente troverà un rimando storico per spiegare che lui è contro Pu tin ma in fondo la colpa di questo colpo di spugna, se mai avverrà, sarà dell'Occidente, il quale per la verità - ma noi non siamo professori e quindi possiamo sbagliarci- nelle sue nefandezze ha cercato sì di addomesticare ma non si è mai sognato di cancellare dalle cartine geografiche né il Vietnam, né l'Iraq e neppure la Libia o l'Afghanistan.

 

 


Se le parole hanno un senso - quelle dei russi non sempre lo hanno - a questo punto l'unica soluzione possibile della crisi è la resa incondizionata dell'Ucraina, altro che sperare nel buon esito della diplomazia. La cosa potrebbe anche fare piacere a Caccia ri, non so agli ucraini che per quanto "servi degli Stati Uniti", come li definiscono i pacifisti pro Putin, un minimo di voce in capitolo dovrebbero pur averla.

 

 

Ora la domanda non è come dovrebbe comportarsi l'Occidente, quindi l'Europa e quindi l'Italia che nonostante i dubbi del professor Cacciari hanno una storia che impedisce loro di cancellare un Paese sovrano, quantomeno di farlo a cuor leggero. La questione è puramente economica: quanto siamo disposti a pagare perché ciò non avvenga? E qui non tira una bella aria, e qui è il vero spartiacque tra noi e gli Stati Uniti. Ciò non per questioni etiche o politiche: gli americani hanno energia loro, grano loro, moneta loro, armi loro, confini lontani e ben protetti, insomma sono gli Stati Uniti d'America non a caso. Altro che le scorribande filosofiche di Caccia ri e quelle geopolitiche di Orsini e compagnia. Saranno purtroppo i soldi e non i libri a decidere che cosa ne sarà di noi (e degli ucraini). 

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