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"Questa Europa non funziona", la sentenza di Sallusti: ecco il vero problema dell'Italia

 Alessandro Sallusti

Alessandro Sallusti
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Niente da fare, non c'è verso che l'Europa trovi un punto di caduta comune nelle strategie da assumere per arginare Putin nei suoi intenti espansionistici. Finché si è trattato di sequestrare ville e yacht agli oligarchi - sai che sforzo - tutto bene ma quando si passa alla ciccia delle sanzioni (petrolio e gas) è tutto un passo avanti e due indietro per la gioia del despota di Mosca. È stato così anche al vertice di ieri nel quale non è stato trovato un accordo neppure sul tetto al prezzo del gas che avrebbe dovuto stabilizzare un mercato impazzito che sta mettendo in ginocchio imprese e famiglie.

 

 

Non c'è da stupirsi più di tanto, la mancanza di politica estera comune dell'Europa non è cosa di oggi - basta pensare da quanti anni si gira a vuoto attorno al problema comune dell'immigrazione - e ciò è il vero problema, per noi più di quanto lo sia la stessa guerra in Ucraina. Immaginiamo cosa sarebbe l'America se ognuno dei cinquanta Stati che la compongono mettesse becco in ordine sparso nelle scelte strategiche di politica internazionale e il presidente fosse costretto a mediare ogni volta tra chi la vuole diritta e chi storta: altro che superpotenza, da tempo sulla Casa Bianca sventolerebbe la bandiera neanche della Russia ma dell'Unione Sovietica padrona del mondo intero.

 

 

L'Europa di oggi, detto con affetto, mi sembra simile a Utopia, l'isola immaginata cinquecento anni fa da Tommaso Moro nel suo famoso saggio, nella quale tutto funziona alla perfezione ma che appunto è una utopia, un bel sogno irrealizzabile perché nella realtà tra gli uomini le cose vanno diversamente. Il problema è che indietro non si può più tornare, chi insegue il ripristino di monete e confini commette lo stesso utopico errore di chi spaccia come toccasana una unità che esiste solo sulla carta, nei convenevoli e nelle dichiarazioni ufficiali infarcite di una insopportabile retorica. La realtà è che siamo in mezzo al guado e quando, come ora, la corrente si fa forte non resta che aggrapparci al tronco e farsi trasportare sperando in un approdo prima o poi. Intanto sulle rive opposte America, Cina e Russia si godono ben al sicuro lo spettacolo. Per chi è stato il centro del mondo è dura scoprirsi periferia, ma purtroppo è così. 

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