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Altroché Salvini, dall'embargo del petrolio al tetto sul prezzo del gas i veri danni li fa l'Europa

Sandro Iacometti
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Certo, presentarsi in Polonia e venire insultato da un sindaco locale non è il massimo. Così come lascia più di un dubbio l'ennesimo annuncio di una missione di pace in Russia, naufragato tra le defezioni dei suoi, il fastidio del governo e gli sberleffi degli avversari. Il piddino Andrea Romano ieri lo ha paragonato ai film di Totò e Peppino, peraltro confondendo la vendita di Fontana di Trevi con quella del Colosseo.

 

 

Ma siamo proprio sicuri che il comico, peraltro in un contesto in cui c'è poco da ridere, sia Matteo Salvini? No, perché ieri, a più di un mese dall'annuncio dell'embargo del petrolio russo, Ursula von der Leyen è arrivata al Consiglio europeo dicendo: «Non credo si troverà un accordo nelle prossime 48 ore». Ma come? Diciamo a Putin che siamo tutti pronti ad affamarlo e poi dopo un mese stiamo ancora lì a discutere di cavilli e deroghe?

 

 

Per non parlare del tetto al prezzo del gas, sparato ieri in prima pagina da più di un quotidiano. Poi è arrivato Paolo Gentiloni, commissario Ue, a spiegare: «Nessun tetto, nel caso ci sarà il via libera ad uno studio». Decidere chi fa ridere di più, e in Europa purtroppo le figuracce si susseguono, conta poco. Quello che è sicuro è che le gaffe di un leader di partito fanno meno danni dei passi falsi di rappresentanti di istituzioni internazionali che dovrebbero costringere lo zar alla resa.

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