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Vladimir Putin? C'è chi lo difende per fare un dispetto a Mario Draghi: il sospetto di Formigoni

Roberto Formigoni
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Nella Frustata di domenica scorsa avevo auspicato un'iniziativa di Biden nei confronti di Putin, per cercare di sbloccare una situazione che sta portando a una guerra sempre più sanguinosa, allontanando ogni prospettiva di pace. E il contatto finalmente c'è stato (USA e Russia non si parlavano dal 18 febbraio): non un contatto diretto, non una telefonata tra i due leader, ma comunque una lunga telefonata tra due massimi responsabili della politica estera, il generale USA Austin e il suo omologo russo Shoigu. E questo proprio nei giorni della visita di Draghi a Biden, il che lascia pensare a un chiaro incoraggiamento del nostro capo del governo al presidente USA. Una cosa ottima in sè e, perché non dirlo, un successo della nostra diplomazia. Eppure le forze politiche italiane, a parole schierate a sostegno di Draghi, hanno trovato il modo di contrapporsi e di criticare la politica del governo.

 

Lungi dal gioire per la riuscita dell'iniziativa, lungi dall'essere fedeli al motto patriottico che, almeno in tempo di guerra dovrebbe essere la regola (wright or wrong is my country), 5Stelle e Lega hanno alzato la voce contro Draghi per chiedere un dibattito e un voto parlamentare su materie già decise dal Parlamento all'unanimità (le sanzioni alla Russia e la fornitura di armi all'Ucraina). Perché? Solo per creare difficoltà a un presidente che mal sopportano, solo per inseguire la parte del proprio elettorato che preferisce Putin e una dittatura, alla libertà e alla solidarietà verso un paese aggredito.

 

Draghi ha tirato diritto e la politica estera italiana non è cambiata, ma certo non lascia tranquilli che una parte consistente della nostra pubblica opinione vada accentuando le proprie simpatie verso le autocrazie russa e cinese, distaccandosi in modo evidente dal pensiero degli altri paesi europei, tedeschi, francesi, spagnoli, ecc., e proprio nel momento in cui due paesi fino a ieri neutrali mostrano di capire che questa Russia e questo Putin costituiscono un pericolo grave per l'Europa, la nostra libertà, la nostra storia e civiltà e scelgono per l'ingresso nella NATO. Realmente c'è da riflettere su quanto sia profonda la crisi morale e culturale di tanti nostri concittadini e, ahimè, anche dei loro leader, se perfino Berlusconi ha fatto dichiarazioni più vicine alla politica putiniana che a quella Occidentale (poi corrette). Non avrei mai pensato di arrivare a scriverlo, ma in questo momento sono Fratelli d'Italia e il PD, più qualche piccolo partito di centro, che garantiscono all'Italia la fedeltà ai patti sottoscritti e all'adesione all'Occidente.

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