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Vaiolo delle scimmie? Virologi in festa, Filippo Facci: prepariamoci a una nuova invasione

 Filippo Facci

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Le uniche certezze: 1) se non ci fosse stato il Covid, la notizia del neo «vaiolo delle scimmie» sarebbe comparsa come una notiziola di cronaca, o non sarebbe comparsa affatto; 2) i virologi hanno trovato il modo di restare sulla cresta dell'onda, e la colpa resterà anche nostra, presi come siamo da un impossibile esorcismo della morte dinnanzi a quella malattia mortale che si chiama vita; 3) i virologi qualcosa dovranno comunque spiegarci, visto che, anche al di là dell'unico caso italiano di «vaiolo delle scimmie» (che poi gli uomini in natura sono catalogati come scimmie, scimmie antropomorfe, regno Anymalia, ordine Primates) noi eravamo rimasti al vaiolo come prima malattia completamente eradicata dal Pianeta a suon di vaccinazioni (Oms, 1979) e questo dopo l'ultimo caso diagnosticato in Somalia nel 1977. Poi, nel 2011, riuscirono ad eradicare (significa che non esisteva proprio più) anche la peste bovina. Dunque non era vero, per il vaiolo? È un altro virus, questo? Cos'è?

MALATTIA GIÀ DIFFUSA - Qualsiasi cosa sia, hanno individuato su adulto malato che è rientrato dalle Canarie e l'hanno definito il primo caso italiano. Qualsiasi cosa sia, in Africa è un malattia già diffusa da anni, e viene curata senza destare particolari preoccupazioni se presa per tempo, ma in effetti è contagiosa. Qualsiasi cosa sia, se c'è da gettare delicatamente della dinamite sul fuoco ecco che i virologi sono già prima linea: perché il professor Fabrizio Pregliasco dell'università di Milano, per esempio, ieri sera ha spiegato che il vaiolo delle scimmie (e noi saremmo scimmie) si prende dai roditori e dai cani. Sempre più chiaro: da immaginarsi un lockdown senza neppure portare giù il cane. Mentre l'altro virologo Matteo Bassetti ha parlato alla trasmissione radiofonica Un giorno da pecora (un'altra bestia, ma gli ovini non sarebbero contagiosi) e ha detto, Bassetti, che nei prossimi giorni arriveremo migliaia di casi e che la vecchia vaccinazione contro il vaiolo non copre la malattia. Altre buone notizie: anche i bambini sono a rischio ed è pericoloso per le gravidanze. Anche qui, senza essere virologi, non è chiaro: si sapeva che la vecchia vaccinazione contro il vaiolo proteggeva da ogni tipo di vaiolo, e perciò anche da questo, il quale per inciso è tutt' altro che nuovo: le prime tracce le trovarono sulla mummia del Faraone Ramsete V.

 

 

Naturalmente hanno già costituito una task force di «esperti» che si riunirà quotidianamente nella sede deputata: in televisione, visto che la guerra cominciava ad annoiare. Il citato Pregliasco ha detto che vanno cercate le cause della diffusione e che occorre fare un'indagine epidemiologica (non lo sapevamo) e ha chiarito che «bisogna individuare le interconnessioni», cioè non ha detto niente. Però ha già parlato di «aumentare ulteriormente la sensibilità della rete nazionale di segnalazione» e che «sono necessari interventi di sanità pubblica». Eccola lì. Ma è già intervenuta, la sanità pubblica italiana ed europea: hanno fatto sapere che il neo-vecchio vaiolo si prende sessualmente (Bassetti aveva detto che bastava respirarsi addosso) e che occorre «evitare contatti stretti con chi ha sintomi sospetti», insomma non bisogna abbracciare appassionatamente gli infettati di vaiolo com' era diffusa abitudine.

RACCOMANDAZIONI - Comunque ci sono stati dei casi in Portogallo, Spagna, Regno Unito e Italia, e pare siano più diffusi in maschi che abbiano fatto sesso con altri maschi: e, come l'Aids all'inizio, già intravediamo inveritieri quotidiani che ci vedranno punizioni divine. Secondo l'Istituto superiore di sanità (la task force è lì) ha detto che basta una febbre per dover «restare a casa a riposo», e se comparissero delle vescicole bisogna telefonare al medico. Non al veterinario o all'idraulico. Prevenzione: evitare il contatto con persone febbricitanti e sorvegliare la pelle altrui alla ricerca di manifestazioni cutanee inusuali sulla cute del partner: niente sesso al buio. Poi la nota rassicurante: «Questa malattia si risolve spontaneamente in una o due settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche, se necessario possono venire somministrati degli antivirali».

 

 

E allora perché tutto 'sto casino, perché istituire una task force?
Mancava il ministro della salute Roberto Speranza: «Teniamo alto il livello di attenzione grazie alla nostra rete di sorveglianza europea e nazionale», ha detto. Ci sentiamo tutti più tranquilli: «Ne ho parlato con la commissaria Stella Kyriakides e verranno coinvolti Ecdc e Hera». Chiaro. Beatrice Lorenzin (presidente del gruppo Pd alla Camera) ha tirato in ballo anche i cambiamenti climatici e, partendo da una malattia che esisteva già e da cui si guarisce senza neppure curarla, ha invocato una «necessaria elaborazione di un progetto di sanità globale che crei una collaborazione tra i diversi Stati ed avvii un costante e stringente tracciamento e monitoraggio». E come no: una perenne medicalizzazione dell'esistenza che sorvegli 24 ore su 24 la nostra privata dimensione comportamentale, perché il nemico della salute è dietro l'angolo. Per finire, panorama virologi. Antonella Viola ha detto che bambini e 40enni sono più a rischio. Pierpaolo Sileri ha detto che non c'è da allarmarsi troppo e di chiamare il medico all'occorrenza. Andrea Crisanti ha detto che è una malattia nota e poco infettiva, e che non è per niente una patologia nuova, perché è endemica in Congo e si diffuse negli Usa e in Sudamerica: ha aggiunto di fare attenzione «ai roditori e agli scoiattoli», e d'accordo, domani niente scoiattoli, che poi gli scoiattoli sono roditori.

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