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Pietro Senaldi contro Boldrini e femministe: "Così la sinistra usa le donne per colpire i rivali politici"

 Laura Boldrini

Pietro Senaldi
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E così si scopre che, per la sinistra in generale e le femministe in particolare, in caso di violenza sessuale, categoria molto ampia, che oggi comprende dallo stupro di gruppo al palpeggiamento in tram, l'identità del molestatore conta più della vittima e del tipo di aggressione subita. Ce lo svela la cronaca. A Rimini, ormai lo sanno tutti, durante il ritrovo dei quattrocentomila alpini della scorsa settimana, si sono verificati alcuni deplorevoli casi di molestie ad alcune donne, mal apostrofate e toccacciate vigliaccamente. Episodi che hanno gettato discredito e disonore sulle Penne nere.
È intervenuto per bacchettarle perfino il ministro della Difesa, mentre Boldrini e compagne hanno ipotizzato di sospendere per due anni i raduni del Corpo, a mo' di punizione esemplare. Sonia Alvisi, sparuta esponente locale dei dem, è stata addirittura costretta alle dimissioni per aver speso parole in difesa degli alpini, che sono stati descritti dall'isterismo ideologico imperante come nient' altro che una masnada di assatanati ubriaconi.

I NUMERI PARLANO - Il tempo è galantuomo e, a oggi, il solo caso di tentato stupro a Rimini riportato dalle cronache recenti vede come aggressore un somalo, mai arruolato nel nostro esercito patrio. Si tratta di un 27enne ospite di un centro di accoglienza, di un clandestino insomma, se ancora è lecito chiamarli così. Da sinistra però nessuno si è alzato per chiedere due annidi sospensione dell'accoglienza di chi immigra illegalmente in Italia. Eppure, dati alla mano, ce ne sarebbero le giustificazioni, visto che, stando ai numeri dell'Istat, gli stranieri, che rappresentano l'8% della popolazione residente in Italia, commette il 41% degli stupri, il che rende in potenza un immigrato sette volte più pericoloso di un italiano per la sicurezza delle donne. Con marocchini, nigeriani e tunisini che occupano tre dei primi quattro posti nella classifica delle nazioni di provenienza dei violentatori.
Il guaio però è che da sinistra, e dai banchi delle varie Boldrini, nessuno si è alzato nemmeno per esprimere una banale condanna del somalo aggressore.
In realtà nessuno si è alzato neppure per esprimere una minima solidarietà all'italiana aggredita. È sconvolgente che i progressisti si ergano a paladini delle donne solo quando a importunarle è un italiano, meglio se in divisa o comunque in qualsiasi modo riferibile al centrodestra, mentre allorché, ed è il più delle volte, ad allungare le mani, e qualcos' altro, sul gentil sesso è quella che il Pd fino a poco fa si ostinava ancora a chiamare una «risorsa», su reato e autore cali un complice silenzio.
Ne abbiamo avuto la riprova a Rimini, ma a Capodanno a Milano ne abbiamo avuto forse la dimostrazione più significativa, quando bande di giovani extracomunitari in piazza Duomo avevano aggredito ragazze in festa e il Pd cittadino ha tentato per settimane di insabbiare tutto.
Lo stupro, a sinistra, prima che una violenza è un'arma politica da scaricare contro supposti avversari. Si utilizza il corpo della donna violato per colpire il rivale, mentre si cerca di nascondere il corpo del reato quando ad abusarne è stato un amico o un protetto. È una discriminazione del molestatore italiano rispetto quello immigrato, ma è notorio che la realtà dalla sinistra è sempre interpretata in base alle gradazioni di colore.

OPINIONI MISTIFICATE - Anni fa, sempre a Rimini, noi di Libero ne abbiamo avuto una conferma eclatante. Un gruppo di giovani immigrati sorprese sulla spiaggia una coppia di turisti, picchiò selvaggiamente lui e abusò di lei in ogni modo. Noi pubblicammo il verbale dei carabinieri che descriveva l'episodio, molto crudo, ovviamente senza nessun elemento che potesse far risalire all'identità della vittima, che peraltro era da tempo già rientrata in Polonia. Ebbene, sinistra e femministe si indignarono perla pubblicazione da parte nostra di un documento giudiziario più che per la violenza dei criminali immigrati. L'opinione pubblica, per processare noi, quasi si scordò di condannare loro. Viva gli alpini, viva Libero.
 

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