Stupri a Milano? La sinistra parlava di Kazakistan. Ma se di mezzo ci sono gli Alpini...
Certe molestie eccitano da morire la politica, mentre altre suscitano indifferenza. Prendiamo le violenze di Capodanno a Milano. I fatti: più di una dozzina di donne spogliate in mezzo alla strada, palpeggiate nelle parti intime, ferite e rapinate da gruppi di ragazzi, per lo più figli di immigrati. Un assalto che, secondo la polizia, era stato organizzato. Una notte di caccia alla femmina. Ora proviamo a chiederci: nei giorni successivi come avevano commentato deputati e senatori che oggitwittano a mitraglia per chiedere punizioni esemplari per tutto il corpo degli alpini? Cerchiamo sui social. Laura Boldrini era furibonda.
Non per gli stupri, quelli chissenefrega. Era preoccupata per il fatto che in Italia ci siano solo «200 statue di donne nulla in confronto a quelle raffiguranti uomini. Non è normale». Matteo Orfini era indignato. Mica per Milano, su quello silenzio assoluto. L'ex "giovane turco" del Pd era molto preso da chi ha permesso che «in serie A scendano in campo calciatori che dovrebbero essere in quarantena, è offensivo». Alessandra Moretti era concentrata sull'informazione.
Non per quanto riguarda le violenze, ma per il fatto che la Rai aveva intervistato Povia. Anche Pierfrancesco Majorino, che oggi accusa Libero di «complicità» con i molestatori di Rimini, era distratto. Eppure viene da Milano. All'epoca, però, pareva preso da altre questioni, come le repressioni in Kazakistan e il caso Djokovic all'Australian Open.
Nel Pd era invece intervenuta la consigliera Roggiani, che aveva affermato che le violenze erano «figlie di una società patriarcale», attirandosi le critiche del leghista Morelli e prendendo insulti da qualche fanatico del web, che era arrivato ad augurarle di provare lei stessa l'esperienza di uno stupro. E l'intero Pd, fino a quel momento in letargo, si era risvegliato per difendere la Roggiani dai violentatori informatici. Era intervenuto pure Letta, parlando di brutalità intollerabili. Il che è anche vero, ma resta un problema, ovvero che non sono le molestie a indignare, ma certe molestie. Solo quelle che è facile strumentalizzare.