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Elisabetta Franchi? L'affondo di Vittorio Feltri: le femministe odiano chi dice loro la verità

Vittorio Feltri
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Elisabetta Franchi, titolare di una casa di moda di qualche spessore, è al centro di polemiche brucianti solo perché ha detto l'ovvietà. Questa. In qualsiasi azienda, non solo nella sua, se si tratta di assumere una persona in posizione apicale, la scelta cade sempre su una donna ultraquarantenne perché, oltre ad aver maturato una notevole esperienza, ha esaurito il classico percorso femminile. Nel senso che si è sposata, ha già avuto un figlio o due e spesso si è pure separata liberandosi da lacci e lacciuoli. Pertanto costei si dedicherà al lavoro con grande entusiasmo.

 


Cosa ci sia di strano in queste affermazioni di buon senso sinceramente non capisco. E invece la povera Elisabetta Franchi è stata travolta dalle solite accuse tardofemministe. Non è una novità che a donne giovani scatti il ​​cosiddetto biologico, verso i trenta anni che impellente l'esigenza di diventare mamme e si accoppiano col forse primo che passa per strada. Poi il bimbo cresce, il marito o il compagno si è rivelato un colossale rompicoglioni, il quadretto famigliare si sfascia e finalmente la signora può essere se stessa, dedicarsi alla professione senza doversi occupare delle mutande del coniuge, e ottenere il successo che merita. Tutti sanno che le cose stanno esattamente così ma non si possono dire perché esse contrastano non con la realtà bensì con i pregiudizi delle femministe, quasi tutte brutte peraltro. Elisabetta Franchi essendo molto intelligente non si fa intimidire dalle cretine che amano il pensiero unico e dichiara con la nostra totale approvazione che le quarantenni sono equilibrate e capaci. Se si tratta di lavorare posso testimoniare che anche le cinquantenni sono formidabili, di norma più brave dei maschi in ogni campo. Se invece il problema è fare una scopata, allora l'età può scendere fino a diciotto anni. Se lei ci sta.

 

 

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