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Marcello Sorgi, "caduta libera?": cosa c'è davvero dietro la guerra nel governo

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Cosa c'è di meglio della propaganda per risollevare le sorti di un partito in caduta libera? Niente, secondo il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte. Lo mette nero su bianco Marcello Sorgi nel suo editoriale per la Stampa elencando, uno dietro l'altra, gli altolà dell'"avvocato del popolo" al governo di Mario Draghi. Alzare il livello del contenzioso con Draghi servirebbe a Conte, secondo Sorgi, per restituire credibilità a un movimento che sembra aver perso la bussola, costretto ad accettare ogni decisione presa dal premier senza possibilità di dire la sua. E così viene saluta con grande entusiasmo anche la più piccola cosa che i grillini riescono a ottenere, come ad esempio che si sia presa in considerazione la possibilità di aprire il Parlamento di domenica (come avvenne per il covid) per discutere sui modi della solidarietà all'Ucraina e sulla qualità e la quantità di armi che l'Italia sta inviando, da ormai due mesi. 

 

 

"Palazzo Chigi, fin qui indifferente all'escalation pacifista dei cinque stelle, s'è dichiarato disponibile a prenderla in considerazione", scrive Sorgi, ma in realtà i pentastellati hanno poche possibilità di spuntarla. Del resto c'è un testo, approvato a larghissima maggioranza, che è chiarissimo e non prevede sbocchi che quello del "ritiro di tutte le forze che occupano illegittimamente il suolo ucraino". "Rimettere in discussione tutto ciò di fronte all'aggravamento della situazione in Ucraina sarebbe davvero difficile", mette in guardia Sorgi. Anche perché neppure "il pacifista Matteo Salvini sarebbe disposto a seguire Conte sulla strada di un nuovo voto parlamentare".

 

 

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