Myrta Merlino asfalta De Masi: "In questa mia nuova veste di carnefice...", mai così feroce
Rischiare la pelle o non venire invitati a un talk show? Per Domenico De Masi, il sociologo considerato tra i punti di riferimento intellettuali del Movimento 5 Stelle, si tratta di un rischio identico. Russia e Occidente, insomma, pari sono. E Myrta Merlino, che l'ha invitato in studio a L'aria che tira su La7, non può non fare un salto sullo sgabello. «Voi continuate a dire che in Russia non c'è libertà di stampa. Ma esistono due modi di censurare: in Occidente si fa in modo diverso rispetto all'Oriente, non è meno cogente e meno costringente. Qui è peggio, o comunque altrettanto sottile», azzarda De Masi mentre Marco Damilano, che di recente si è dimesso dalla direzione dell'Espresso in polemica con la cessione della testata da parte di John Elkann, alza un sopracciglio.
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«Io non è che pensi che non ci possano essere pressioni molto forti...», glissa la Merlino. «Ma sono equivalenti?», è la domanda, diretta e talmente lapalissiana da apparire banale, dello stesso Damilano. «Quel tipo di censura è terribile, ma ha la forza di creare il contrasto. Invece questa snerva, come hanno detto Horkheimer e Tocqueville», spiega con garbo raggelante De Masi. Insomma, non possiamo dare lezioni a nessuno, tanto meno a Putin.
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«Continuo a pensare che una cosa è morire come Anna Politkovskaja (la giornalista russa della Novaya Gazeta uccisa nel 2006 a Mosca dopo una serie di inchieste scomode su regime, oligarchi e guerra in Cecenia, ndr) e una cosa è avere un problema professionale o essere silenziati», replica la padrona di casa. «In questa teoria tu saresti un ingranaggio, non so se è chiaro. Non una vittima ma un carnefice, e il carnefice non se ne accorge», nota De Masi rovesciando le colpe sulla ignara Merlino, che con un sorriso beffardo taglia corto: «Mo' mi faccio psicanalizzare da De Masi in questa mia nuova veste da carnefice». Occhio, con altri ospiti avrebbe rischiato anche l'accusa di censura.