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Nathalie Tocci? Alessandro Sallusti: a creare più problemi sono i competenti

Alessandro Sallusti
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Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto affari internazionali di Roma, l'altra sera ospite di Barbara Palombelli ha giustamente posto il tema della "competenza" degli ospiti chiamati a parlare di guerra nei dibattiti televisivi, una babele di voci e tesi che rischia di frastornare e depistare l'opinione pubblica.

 

Nulla da obiettare, anche io che non sono un competente di guerre e geopolitica amo la competenza e sfuggo la propaganda, cosa che la Tocci ha messo in pratica rifiutandosi di partecipare alla trasmissione diMartedì perché si sarebbe trovata a discutere con Nadana Fridrikhson, giornalista russa in odore di servizi segreti.

Ma attenzione. Se il "competente" esce dalla sua protetta torre d'avorio per comunicare il verbo al popolo - e non ad altri competenti in ovattate sale congressi - deve accettare regole di ingaggio diverse da quelle cui è abituato, compreso rispondere a domande scomode, rintuzzare provocazioni, contestare falsità. Ma ancora prima, siamo così sicuri che il competente sia infallibile?

Già, perché per esempio questa guerra è nei fatti figlia di errori a catena commessi da teorici competenti (politici, strateghi, analisti, militari e servizi segreti di entrambe le parti) che si sono lasciati sfuggire di mano la situazione. I competenti occidentali escludevano che Putin avrebbe fatto ciò che ha fatto e quindi non hanno mosso un dito per evitarlo, il competente Putin e i suoi consulenti pensavano di arrivare in due giorni a Kiev e dopo settanta giorni sono ben lontani dall'obiettivo.

 

Io non dico che i competenti siano incompetenti, dico che spesso fanno errori da dilettanti, che è poi quello che è successo nella guerra precedente, quella al Covid, durante la quale la comunità scientifica, e quella politica, hanno messo su un casino tale da frastornare l'opinione pubblica e a tratti prodotto più danni che benefici.

La nostra competenza è unicamente quella di raccontare i risultati della competenza altrui. Con una avvertenza: pensarla diversamente non significa essere incompetenti, ogni tesi può infatti trovare un po' di conforto nella scienza, nella storia e pure nella cronaca. Ma ciò non vuol dire che una tesi vale l'altra, nella vita capita di doversi schierare, scegliere da che parte stare tra due parti ovviamente imperfette. E a volte schierarsi - la guerra in Ucraina è una di queste - diventa un dovere, competente o no che uno sia.

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