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Vittorio Feltri contro gli Usa: "Infliggono la pena di morte ma negano l'aborto, il solito Far West"

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La suprema Corte degli Stati Uniti sta trattando una questione molto delicata: la liceità dell'aborto. Gran parte dell'opinione pubblica è coinvolta nel dibattito sulla materia. C'è gente contraria alla interruzione volontaria della gravidanza, e gente che invece sostiene il diritto della donna a disporre come le pare e garba di quanto ha in grembo. Io non mi permetto di dire chi abbia ragione e chi torto, mi limito a osservare che gli americani nel loro ordinamento contemplano la pena di morte, il che non mi sembra un eccesso di civiltà. Pertanto oso sperare che ci possa essere una revisione delle norme che regolano l'aborto, nel senso che possano diventare più rigorose e selettive. Però mi parrebbe strano che un Paese in cui si toglie la vita a un condannato per reati gravi impedisse all'improvviso alle donne un intervento che le liberi del feto. Intendiamoci, non sono contrario a una revisione della legge sull'aborto. Una maggiore severità nel consentire l'interruzione della maternità può essere auspicabile, ma vietare completamente questa pratica a qualunque signora o signorina sarebbe una follia.

 

 

Il discorso può essere esteso dagli Usa all'Italia dove ormai l'aborto è stato equiparato all'ingestione di un aperitivo analcolico. Ogni femmina che rimanga incinta senza volerlo ha il diritto di liberarsi dell'intruso quasi fosse un foruncolo. E ciò è inaccettabile specialmente in una Nazione in cui l'eutanasia è vietata. Un vecchio rincoglionito che soffre a letto non può farsi sopprimere come desidera, ma è costretto a patire. Se chiede di usufruire della iniezione letale viene mandato al diavolo manco fosse uno che pretende la luna nel pozzo. Se invece una ragazza si fa ingravidare durante una serata di follie, non deve preoccuparsi: tanto c'è la pillola del giorno dopo oppure un bell'aborto non te lo vieta nessuno. Non c'è un cane che chieda al nascituro se è contento di finire nel bidone della spazzatura. Chissenefrega del bimbo futuro, è uno straccio e si può sopprimere. Mentre l'invalido che si contorce dai dolori deve vivere a tutti costi sennò il parroco si incazza. Siamo di fronte a una incongruenza. I legislatori dovrebbero darsi una mossa anche se non c'è anima che si illuda in una revisione delle disposizioni.

 

 

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