Papa Francesco, vita in pericolo? "Il rischio di essere sbranato": Vittorio Feltri, la profezia peggiore
Breve premessa. Personalmente non sono mai stato un baciapile però neppure un anticlericale, tanto è vero che ho vari amici preti. Non solo, ogni anno devolvo l'8 per mille alla Chiesa ben sapendo che solo le parrocchie sono capaci di fare sul serio del bene ai bisognosi. Qualcuno, per contestarmi, afferma che il clero è pieno di pedofili, il che dovrebbe indurmi a disprezzare anche gli oratori dove io, invece, sono stato allevato senza che nessuno mi insidiasse.
Indubbiamente coloro che molestano i bambini sono numerosi, alcuno di essi forse sarà un uomo di fede, tuttavia la pedofilia non è una specialità dei monsignori. Mi risulta che trionfi pure tra i geometri, i periti tecnici, gli impiegati di banca, cioè in tutte le categorie. Per cui questo non è un tema che leda la reputazione di parroci e curati. Ciò detto, passiamo - con un notevole salto logico - all'intenzione del Papa di fare visita a Putin al Cremlino per pregarlo di sospendere il conflitto con l'Ucraina che già mi sembra ridotta maluccio. Ammiro la buona volontà di Francesco che alla sua età avanzata e con una gamba che assomiglia a Kiev, tutta rotta, sia disposto ad affrontare un viaggio tanto lungo per recarsi in Russia e conversare con lo Zar. Io sono un uomo semplice e pratico e le consiglio di parlare con il suddetto despota al telefono, il quale mi pare che funzioni perfino a Mosca.
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Tra l'altro, Santità, mi risulta che Vladimir non l'abbia invitata a casa sua e non abbia nemmeno risposto alla sua richiesta di essere ricevuta nel Palazzo che fu il simbolo del regno comunista. Caro Pontefice, non insista, il capo della cristianità non deve andare in bocca al lupo col rischio di essere sbranato, le conviene predicare a distanza, ben sapendo, tra l'altro, che Putin non è l'uomo più ragionevole della Terra, benché anch'egli abbia qualche motivo per essere incavolato, ma non al punto di cancellare l'Ucraina dalla carta geografica. In altri termini, caro Papa, e mi scusi la brutalità, cosa si aspetta da un eventuale e improbabile colloquio col tiranno? Non penso che costui si inginocchi e chieda perdono a Dio per le sue malefatte. Riconosco che la sua iniziativa tesa a incontrare il leader russo sia un atto di coraggio. Temo soltanto che sia temerario.