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Vittorio Feltri, al Sud ci sono più disoccupati che in tutta Europa? Le colpe della politica

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Vittorio Feltri
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Alcuni giornali ci informano che nel Sud italiano ci sono più disoccupati che nel resto d'Europa. Lo provano le statistiche. Io, un paio di anni fa, durante il programma televisivo di Mario Giordano, affermai senza alcuna acrimonia che gran parte del Meridione è inferiore al Nord, dove per "inferiore" intendevo ovviamente riferirmi non certo al cervello di chi è nato sotto Roma, bensì alla organizzazione economica e sociale. Un problema questo che non avevo inventato io per denigrare i cosiddetti "terroni", ma che vari valenti meridionalisti avevano esaminato in un remoto e anche recente passato. Non so perché mi viene in mente Corrado Alvaro, grande scrittore che analizzò in modo mirabile la situazione calabrese. Rammento il titolo di un suo capolavoro: «Gente d'Aspromonte». Chi non lo ha letto si appresti a farlo.

 

 

 

Oggi l'inferiorità del Mezzogiorno in confronto al Settentrione è dimostrata da copiosi dati relativi alle difficoltà di questa nostra amata e vituperata parte d'Italia. Sicilia, Calabria, Campania e Puglia, purtroppo, sono in fondo alla classifica della occupazione patria. Non è per me una novità, e non dovrebbe esserlo per qualunque italiano che abbia a cuore lo sviluppo omogeneo della Nazione. Certamente non ho la bacchetta magica per risolvere il dramma della arretratezza di alcune zone per altri versi brillanti della penisola. Tuttavia qualche suggerimento in proposito si può avanzare. La disoccupazione non nasce per caso, bensì dalla scuola e dall'apprendistato, che non funzionano più. L'istruzione professionale oramai è tramontata e i ragazzi di 15 anni non frequentano più le botteghe allo scopo di imparare un mestiere. È del tutto evidente che un giovane il quale non sappia fare un qualsivoglia lavoro non ne trovi uno che gli consenta di vivere decentemente. Questo è un concetto facile da digerire benché nessuno se ne renda conto. Un cenno particolare poi merita l'artigianato, adesso incomprensibilmente trascurato nonostante sia noto a qualunque imbecille che il nostro Paese sia il secondo in Europa nell'ambito della manifattura.

 

 

 

Ciò specificato, c'è poco da aggiungere per illustrare le pene del Sud, al quale non mancherebbe nulla per crescere, se soltanto disponesse di una classe politica attenta a incrementare il tessuto produttivo anziché badare esclusivamente a interessi di casta. Sono consapevole che è più agevole raccattare voti elargendo il reddito di cittadinanza a chiunque, anziché predisporre le condizioni per favorire la cultura del lavoro, danneggiata più che mai da un assistenzialismo interessato e demotivante.

 

 

 

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