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Alessandro Sallusti: "Il 25 aprile? Rileggiamoci la lettera di Togliatti"
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Lo stanco rito del 25 aprile non ci risparmia polemiche inutili del resto perfettamente in linea con l'inutilità di riaprire ogni anno una ferita quale fu la guerra civile italiana e le stragi compiute da ambo i contendenti a guerra di fatto finita.
Il parere del capo partigiano - si fa per dire, è nato nel 1949- Gianfranco Pagliarulo da Bari sulla guerra in Ucraina (è pro Putin e ha vietato di far sventolare le bandiere Nato ai cortei di lunedì) a mio avviso vale come quello di chiunque altro, della serie "e chi se ne frega" di cosa pensa l'Anpi- una macchina che divora soldi pubblici - e delle sue nostalgie per i bei tempi di Stalin e del comunismo reale.
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Ma se proprio vogliamo tornare indietro al tempo del comunismo partigiano e ai suoi legami con la madre Russia, al loro concetto di guerra e di pace, ecco allora proporrei di fare leggere in questi giorni nelle scuole italiane la lettera di Togliatti a Vincenzo Bianco, suo braccio destro per i rapporti con l'Unione Sovietica, che gli chiedeva, nel luglio del 1943, di intercedere con Stalin per salvare la vita a migliaia di alpini italiani che stavano morendo di stenti nei campi di prigionia sovietici: "...l'altra questione sulla quale sono in disaccordo con te, è quella del trattamento dei prigionieri... La nostra posizione di principio rispetto agli eserciti che hanno invaso la Unione Sovietica, è stata definita da Stalin, e non vi è più niente da dire. Nella pratica, però, se un buon numero dei prigionieri morirà, in conseguenza delle dure condizioni di fatto, non ci trovo assolutamente niente da dire, anzi e ti spiego il perché. Non c'è dubbio che il popolo italiano è stato avvelenato dalla ideologia imperialista e brigantista del fascismo... Il fatto che per migliaia e migliaia di famiglie la guerra di Mussolini, e soprattutto la spedizione contro la Russia, si concludano con una tragedia, con un lutto personale, è il migliore, è il più efficace degli antidoti. Quanto più largamente penetrerà nel popolo la convinzione che un'aggressione contro altri paesi significa rovina e morte per il proprio, significa rovina e morte per ogni cittadino individualmente preso, tanto meglio sarà per l'avvenire d'Italia...".
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Per educare il popolo alle ragioni della sinistra comunista ieri il Pci avallò lo sterminio degli alpini italiani, oggi i suoi eredi alla Pagliarulo vorrebbero quello dei cittadini ucraini. Cambiano i tempi e gli uomini ma i metodi restano sempre gli stessi.
Che ci sarà da festeggiare il 25 aprile...
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Un santuario alpino sospeso nel tempo e nello spazio
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