Vittorio Feltri, "scarpe antica***: imbarazzante. La capitale della moda piena di straccioni"
Milano è considerata una delle capitali mondiali della moda, che all'Italia garantisce un fatturato annuo da capogiro. In effetti tutti i grandi marchi dell'abbigliamento e degli accessori sono radicati in questa città, almeno a giudicare dai dati ufficiali. Il nostro Pil, se riesce ancora a stare decentemente in piedi, lo deve alla creatività di chi si dedica professionalmente ai vestiti. Ciò detto, aggiungo che ieri ho fatto quattro passi in Galleria Vittorio Emanuele, un salotto di rara bellezza dove i meneghini si radunano a migliaia desiderosi di guardare le vetrine più prestigiose, di gironzolare per ammirare i prodotti esposti e distrarsi un po'. Lo spettacolo del lusso esibito in forma maniacale attrae il popolo di qualsiasi livello, alto e basso. Fin qui credo saremo tutti d'accordo, alla gente piace dare una occhiata anche agli abiti e agli oggetti che non si può permettere. La forza del desiderio, rimirare il bello, supera le possibilità della tasca.
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Ho osservato con attenzione la folla che gremiva la mitica galleria, una processione incessante di uomini e donne che saltabeccavano da una bottega all'altra al solo scopo di osservare quanto vi era esposto. Segnalo una contraddizione nel comportamento dei cittadini. La loro propensione per contemplare gli oggetti di alto livello estetico, e magari desiderarne il possesso, collide col proprio abbigliamento sciatto e di cattivo gusto. Il mio sguardo anzitutto era rivolto alle calzature dei passanti. Schifezze inguardabili ma dominanti. Tutte le ragazze, ma anche le signore mature, esibivano quelle che io definisco volgarmente scarpe antica**o, cioè autentici anfibi di tipo militare, dotati di una suola ricca di "carrarmati" di gomma dura, roba utile per attraversare il deserto. Ho provveduto a fare un conteggio: su dieci fanciulle transitanti, nove calzavano scarponi da sergente maggiore. I quali conferivano alle gambe delle giovinette un aspetto goffo, esteticamente ripugnante.
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La maggioranza dei presenti in Galleria offriva uno spettacolo orrendo, ai loro piedi non prigionieri nelle scarpe antica**o figuravano calzature da ginnastica, divario colore, specialmente bianche e blu, di una forma imbarazzante tale da rendere qualsiasi gamba una specie di bastone. Non si capisce perché le scarpe da tennis abbiano soppiantato le cosiddette ballerine e gli eleganti mocassini. Siamo arrivati al trionfo della volgarità esibita con fierezza da entrambi i sessi. Ultima mesta annotazione riguarda i pantaloni, ormai trionfalmente indossati anche dalle fanciulle. Le quali, abolite le gonne, hanno adottato i jeans, i più brutti, preferibilmente stracciati qua e là. Questi indumenti orgogliosamente esibiti conferiscono a chi se li mette un aspetto zingaresco. Non è obbligatorio essere eleganti, ma la decenza è ancora gradita.