La fragilità della nostra classe politica. L'analisi di Andrea Pasini
Ci mancava solo il conflitto ucraino per rendere i confini tra centrodestra e centrosinistra ancora più labili e confusi. Le due maggiori forze politiche italiane non sembrano infatti in grado di gestire le problematiche sorte dallo scoppio della guerra, prima tra tutte la dipendenza energetica del nostro Paese dalla Russia e poi la speculazione che sta colpendo il nostro mercato economico.
Quello che è ormai sotto gli occhi di tutti è che, tra chi guarda a Mosca e chi si schiera fermamente dalla parte della Nato e dell’Occidente, la situazione nel nostro Paese non sembra destinata a cambiare. Io sono Andrea Pasini un imprenditore di Trezzano Sul Naviglio e credo che la governabilità in questo paese è e resta un tema scottante e siamo ben lontani da trovare una soluzione che ci permetta di guardare al futuro in modo concreto e magari un po’ più sereno.
Da tempo, i due contenitori politici hanno mostrato le loro fragilità, sia a causa di screzi interni sia perché questa politica basata sull’individualismo estremo non rappresenta più i cittadini italiani. L’obsolescenza di centrodestra e centrosinistra è apparente oramai da anni.
L’arrivo di Mario Draghi è sicuramente stato uno spiraglio di luce dopo un periodo realmente buoio, ma la gara per il Quirinale e i silenzi sulla guerra in Ucraina hanno mostrato che purtroppo non basta un premier illuminato per risolvere il pasticcio che è oggi la nostra politica.
In questo periodo storico dove la politica estera sembra aver assunto un ruolo assolutamente fondamentale, ci troviamo a fare i conti con una classe politica chiusa in se stessa e per nulla lungimirante. Le ambiguità dei partiti di centrodestra mostrano una miopia nei confronti della situazione globale, sempre più delicata da navigare. Dall’altra parte, Enrico Letta che pur è stato molto aperto nel suo univoco sostegno a Kiev si trova a tenere le redini di un gruppo poco coeso. Il suo maggior alleato, il Movimento Cinque Stelle, continua nella sua posizione anti-sistema, che non si sposa con il sentimento europeista del Partito Democratico.
Attorno al conflitto ucraino si rincorrono anche le posizioni di altri movimenti politici con i propri leader che vorrebbero cercare di occupare il centro. Nessun nome sembra però spiccare sopra gli altri e le elezioni in Italia si avvicinano a grandi passi, con una legge elettorale che costringe alla coalizioni mentre queste oggettivamente non hanno più ragione di esistere in questo momento storico.
Auspico che le leadership e gli schieramenti vengano ridisegnati, partendo da valori concreti e ascoltando i bisogni dei cittadini. L’Italia ha bisogno di una guida sicura e di un governo compatto che possa prendere decisioni importanti. Il centrodestra e il centrosinistra, per come sono oggi, credo che non possano assolvere questo importante compito.
È sempre più urgente trovare figure politiche competenti e lungimiranti. Non si tratta più di scegliere tra destra o sinistra. Tra partiti pro o anti sistema. Si tratta di scegliere non più il meno peggio,
ma il migliore per competenza, e concretezza. Basta improvvisazione. Ci vogliono volti nuovi, capaci, competenti, seri e che sappiano cosa dire e sopratutto cosa fare. Che abbiamo una visione di politica nazionale e internazionale lineare.
L’Italia ha urgente bisogno di un leader e una classe dirigente che non guardi ogni minuti a cosa fa crescere o decrescere nei sondaggi perché con questa strategia siamo arrivati ai risultati catastrofici che sono sotto gli occhi di tutti. La politica deve essere guidata da personalità competenti che sappiano anche prendere decisioni, alle volte impopolari in questo momento storico ma che possano fare del bene al nostro Paese.
Oggi non si decide nulla, non si studiano progetti a medio lungo termine, non si discute in modo costruttivo e condiviso, mettendo da parte le ideologie che ormai rappresentano il passato. Oggi la nostra politica vive alla giornata con uno sguardo fisso ai sondaggi e con una costante malfidenza verso chiunque faccia una proposta anche di buon senso perché proveniente da un’altro schieramento politico. Le elezioni del Capo dello Stato sono state la dimostrazione plastica del bassissimo livello della politica in questo paese. Nomi di Autorevoli funzionari dello stato, professionisti, politici e magistrati buttati in pasto alla stampa per poi essere bruciati per colpa di meri giochi politici. Non c’è stata condivisione, non c’è stata una strategia, non si sono cercati seriamente dei confronti con tutte le forze politiche per una scelta così importante e prestigiosa per la nostra nazione. Gli italiani hanno assistito all’ennesimo teatrino a dir poco penoso. Purtroppo la politica continua a perdere di credibilità sia tra gli italiani che a livello internazionale. È ora di ridare credibilità alla politica. È giunto il momento di ridare valore e autorevolezza al nostro Paese. E questo imprescindibilmente deve passare attraverso una classe dirigente competente, seria ed onesta moralmente e intellettualmente.