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Papa Francesco, Vittorio Feltri: "Lui il macellaio Putin non lo cita nemmeno"

Vittorio Feltri
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La mattanza di Bucha, come correttamente l'ha definita Libero nell'edizione di ieri, certificata da varie fotografie, dimostra fino a prova contraria che l'esercito russo oltre a invadere l'Ucraina, compie degli orrendi massacri di povera gente. Ha voglia Mosca di dire che si tratta di una montatura propagandistica tesa a sputtanare il Cremlino. I cadaveri trovati con le mani legate alla schiena, gente trucidata in maniera barbara, sono ritratti in immagini che non lasciano dubbi. Non si può certamente parlare di uomini e donne che si sono soppressi volontariamente, visto che ammazzarsi con i polsi stretti dalla corda è un'impresa impossibile. E allora si può tranquillamente dire che se Putin non è un macellaio, sicuramente è il proprietario di una macelleria instancabile.

 

 

 

Non siamo in grado di applaudirlo, forse aveva ragione Biden, pur con tutta la sua antipatia, quando allo Zar in un discorso pubblico gliene disse di ogni colore. Il presidente americano fu accusato di aver usato contro il leader di Mosca espressioni volgari e troppo dure, ma alla luce di quanto accaduto a Bucha, bisogna rivedere certi giudizi verso il Capo della Casa Bianca, il quale in definitiva si attenne alla realtà, descrisse un uomo assetato di sangue e implacabile. Le stragi di civili inermi non si giustificano neanche durante una guerra dura quanto quella a cui assistiamo impotenti. Ma la cosa più assurda che si registra in questi giorni è un'altra: anche il Papa, poveretto, è stato criticato ferocemente perché a differenza di Biden, che ha definito Putin gestore di un mattatoio, si è astenuto dall'aggredire il citato despota.

 

 

 

In sostanza il numero uno degli Usa è stato malmenato per aver bacchettato Vladimir, mentre Francesco è stato malmenato per l'esatto contrario, cioè non averlo messo alla berlina. Non so quale dei due abbia ragione e quale torto, però siamo di fronte a una contraddizione stridente. Segno che l'opinione pubblica ha tutto il diritto di essere sconcertata e dubbiosa: non sa più da che parte pendere. Sta di fatto che le battaglie continuano a infuriare mentre il popolo seguita a crepare senza sapere perché. L'Ucraina miracolosamente resiste e l'armata ex sovietica non smette di premere il grilletto. Si sostiene che chi tiene duro la vince. Ma la nostra impressione è che se si va avanti così non avremo un grande cimitero, ma due grandi cimiteri. E non sapremo neanche per chi pregare se non per noi stessi, condannati a fidarci di un'informazione piuttosto disinformata. 

 

 

 

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