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Covid, Alessandro Sallusti: alla faccia di chi frenava la libertà, ora l'emergenza è finita

Alessandro Sallusti
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Domani è il giorno del (quasi) cessato allarme. Il Covid resta un problema serio ma non è più una emergenza, da pandemia si passa a endemia, cioè una presenza del virus che si manifesta in un numero di casi meno elevato, meno grave e uniformemente distribuito nel tempo, tre condizioni che permettono di mantenere la sua circolazione sotto controllo con strumenti ordinari. Da domani quindi cadono una prima serie di divieti e obblighi che dovrebbero scomparire del tutto - incrociamo le dita - entro l'estate. Quanto questi due anni siano stati duri e luttuosi è superfluo ricordarlo, anzi tutti abbiamo il desiderio di dimenticare e andare oltre, guerra permettendo, verso una ritrovata normalità pur sapendo che le cicatrici fisiche e psicologiche non scompariranno per magia. Però una cosa vogliamo ribadirla: se tra errori e inciampi siamo arrivati alla meta è solo perché la stragrande maggioranza degli italiani si è adeguata alle restrizioni e raccomandazioni medico scientifiche, a partire dai vaccini.

 

 

Siamo noi ad aver portato il peso della traversata del deserto consci che dovevamo pagare il biglietto pure ai non pochi clandestini - no vax e dintorni - che a vario titolo quel viaggio hanno voluto farlo gratis. Ai no vax dichiarati e a quelli mascherati oggi diciamo benvenuti alla meta della ritrovata piena libertà ma non ci illudiamo che facciano almeno una autocritica. Notiamo infatti che sui grandi numeri sono per lo più le stesse persone che hanno intrapreso un'altra pericolosa battaglia anti modernista e anti occidentale, quella contraria a supportare senza se e senza ma l'Ucraina impegnata anche a nome nostro in una guerra contro il tiranno comunista. Curioso che per farlo i filo putiani e gli ipocriti "né né" - in guerra la neutralità è una scelta a favore del più forte, nel caso della Russia- si avvalgano di armi, la libertà di espressione e tutti i diritti civili, sacre nell'odiato Occidente in cui vivono e proibite a Mosca e dintorni.

 

 


Così come tanti, troppi italiani sono morti sull'altare dei dubbi sparsi dai no vax, così tanti ucraini moriranno o perderanno per sempre la libertà se l'Occidente non riuscirà a imporre al più presto la pace aiutando Kiev a resistere. E quando anche questo accadrà, perché accadrà, gli ex no vax oggi no Ucraina se ne inventeranno un'altra. Triste ma è la democrazia e noi ce la teniamo stretta pagando i conti e affrontando il rischio, sia che si tratti di vaccini che di aiuti militari a popoli aggrediti.

 

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