Ucraina, anche i progressisti si sono stufati dell'Anpi: "Non siete dei veri partigiani"
I partigiani di oggi sono un ossimoro. Non hanno fatto la guerra, tantomeno la Resistenza. Come arma sventolano una bandiera della pace, provano un fastidio per gli americani che manifestano orgogliosamente e per la libertà non solo non sono più disposti a morire, ma neppure ad abbassare i caloriferi in primavera. Ne consegue che, ogni volta che scendono in piazza, il che è poi da quasi ottant' anni la loro unica attività, fanno la figura dei fessi. Rispetto ai loro nonni, sono distanti più o meno quanto i russi dagli ucraini: il ceppo è comune ma interessi, obiettivi e visioni del mondo sono pressoché opposte.
Se ne è accorta anche la sinistra, che da sempre usa i sedicenti partigiani del Duemila come truppe da sbarco, mandandoli allo sbaraglio per aprirsi spazi di manovra, senza omettere di mettergli prima nella gavetta quattro soldi pubblici, per garantirsi poi di non dovergli coprire le spalle. Con la crisi ucraina c'è però stato un salto di qualità e sull'Anpi i compagni hanno iniziato a scaricare raffiche di fuoco amico. Ne hanno più di una buona ragione. I partigiani di oggi infatti non sanno più per chi parteggiare. Sono contro l'invasione di Putin e a favore degli ucraini ma, fini analisti, hanno intuito che dietro il presidente Zelensky si nasconde il fantasma dell'America e per questo il leader di Kiev gli sta quasi più antipatico del signore di Mosca; infatti si oppongono all'idea di mandargli fucili e munizioni. Se armiamo i resistenti, è la teoria (s)partigiana, ci rendiamo colpevoli di una strage, perché gli ucraini non possono vincere, pertanto aiutarli significa solo prolungarne il massacro e il martirio. La loro strategia quindi è scendere in strada a duemila chilometri di distanza dal fronte per invocare la pace, come se Putin, che bombarda senza pietà donne e bambini di una popolazione che chiama «fratelli russi», potesse mai starli a sentire.
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IL PESO DELLE ARMI - D'altronde, e in questo sono simili ai loro nonni, anche i partigiani d'oggi soffrono di scarso senso della realtà. Un tempo convinti di aver scacciato i nazisti dall'Italia quasi da soli, pensano ora di intimorire l'Armata Rossa con la forza del dialogo e del pensiero. Dimenticano che la guerra per la libertà di ottant' anni fa è stata possibile grazie alle armi che gli americani hanno passato alla Resistenza italiana e che oggi loro non vogliono passare a quella ucraina. E, per mantenere le forme, fingono di non sapere che, allo stato attuale, il solo modo per fermare la guerra e Putin, che ormai non può più recedere dal tentativo di conquistare tutta l'Ucraina, è metterlo in difficoltà sul campo, nella speranza che, a forza di sanzioni economiche e contrattempi militari, qualcuno a Mosca si muova per dare scacco allo zar. La notizia, come si diceva, è che anche nella sinistra che più sinistra non si può qualcuno inizia a non sopportare più gli intorcinamenti partigiani e lo dice a brutto muso. Così un arcistufo Carlo Calenda sentenzia che «l'Anpi oggi non rappresenta altro che se stessa e incarna valori opposti a quelli che animarono la Resistenza». Ma si sa, il leader di Azione è un bastian contrario che ne ha per tutti. Più male probabilmente fanno i giudizi degli anziani intellettuali Furio Colombo e Luigi Manconi, che ricordano come l'essenza dell'azione partigiana sia la lotta armata e, senza di essa, non sarebbero giustificate ambizioni di indipendenza e sovranità nazionale.
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COLTELLATE POSTUME - Anche se la peggior coltellata alla lotta partigiana arriva dal pagliaccio Pagliarulo, omonimo dell'attuale capo dell'Anpi, il quale avverte che inviare armi agli ucraini «espone l'Italia a un grave pericolo». Quello della rappresaglia, che i partigiani del '45 non temevano, perché si abbatteva inesorabilmente sui civili, mentre terrorizza quelli di oggi, per lo più una congrega di pensionati ciabattoni, perché potrebbe, forse abbattersi di di loro. C'è però di peggio. Ieri uno Zelensky sempre più consapevole di essere di fatto abbandonato dall'Occidente, che dà miliardi ogni giorno al signore del gas Putin, il nemico, e noccioline all'esercito Ucraino, l'alleato, ha parlato a una piazza dove c'erano sia Letta sia l'Anpi, chiedendo copertura aerea da parte della Nato. Letta gli ha dato ragione ma non farà nulla per concedergliquel che chiede. Pure l'Anpi no farà nulla, ma almeno gli ha dato torto, dimostrando meno faccia del leader Pd.