Ucraina, prima di trattare con la Russia servono sanzioni esemplari
Uno dei padri della nostra Costituzione, Giorgio La Pira, icona della moderna sinistra, andò a Mosca nel 1959 a parlare in favore della distensione e del disarmo. Il dialogo è cosa buona e giusta, fino a quando è utile e saggio. Le grandi tragedie dell'umanità nascono spesso da due eccessi: la rigidità e la mollezza. Senza la stupidità rancorosa di Versailles non avremmo avuto Hitler. Senza l'arrendevolezza di Daladier e di Chamberlain forse non avremmo avuto la catastrofe della seconda guerra mondiale. Per paradosso fu un iniziale ammiratore di Mussolini, Winston Churchill, a salvare il mondo libero dal nazifascismo.
È stato giustamente osservato in questi giorni che il progressivo isolamento della Russia e l'abbandono dello spirito di Pratica di mare, così come l'aver accarezzato l'idea di inglobare l'Ucraina nella Nato, hanno contribuito a portarci alla catastrofe odierna. Ora però i liberali e i conservatori che amano l'Occidente stanno con Kiev, rendono onore a quei 13 marinai trucidati dalle truppe di occupazione russe, si commuovono di fronte a quella coppia di sposi che anziché sognare Caraibi o Maldive, subito dopo la cerimonia di nozze imbraccia un fucile e combatte l'invasore. Sono in gioco proprio i pilastri della sovranità: popolare e nazionale.
E oggi c'è una sola sovranità popolare e nazionale minacciata ed è quella ucraina. Esiste un discrimine netto fra patriottismo e nazionalismo. Il primo ama la propria nazione, la propria cultura e il proprio passato, nel rispetto delle nazioni altrui. Il secondo è all'origine delle tragedie belliche degli ultimi duecento anni. Putin ha varcato la linea rossa. Chi pretende di risolvere i problemi della propria nazione sulla pelle di cittadini inermi, e a scapito della libertà di un altro popolo, sta dalla parte sbagliata della storia. Senza se e senza ma. Ci sarà un futuro in cui dovremo riprendere a trattare, ma dovremo farlo da posizioni di forza, dopo aver inflitto a chi ha violato le regole della coesistenza pacifica fra le nazioni un costo molto alto. E queste sanzioni devono scattare ora. La finanza nel mondo globalizzato è più forte dei missili. Questo comporterà conseguenze anche sul nostro benessere, ma temo sia il prezzo da pagare per difendere la nostra libertà. Ne va della salvaguardia dei principi cardine della nostra civiltà.
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