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Sinistra contro la libertà di scelta, perché gli ex comunisti odiano il voto popolare

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Il referendum Giustizia

Iuri Maria Prado
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La sinistra comunista, che in Italia è come dire la sinistra punto e basta, perché in pratica non ce n'è mai stata un'altra, si è sempre dimostrata fondamentalmente avversa al referendum. Anche quando infine ha aderito a qualche iniziativa referendaria, sempre l'ha fatto malvolentieri, e mai con convinzione ma solo per il timore che l'esperimento di voto potesse altrimenti favorire il concorrente di potere. 

Quest'avversione del comunista al referendum dipende dal suo rapporto disturbato con la verità, dalla diffidenza che egli nutre nella sua propria capacità di convincere gli altri con mezzi diretti e leali, infine dalla sua esigenza di non concedere al popolo, innanzitutto il proprio popolo, possibilità di espressione che non sia quella di ripetere il libretto rosso mandato a memoria obbligatoriamente. Il comunista teme il referendum per ragioni di metodo prima che di merito, perché il referendum destituisce di simboli e di retorica l'urna del voto e perturba il vincolo di mediazione che per ogni partito politico è importante ma che per l'organizzazione comunista deve essere indefettibile. 

Non a caso, condividendo una pratica diffusa ma esercitandovisi con scienza ineguagliata, l'apparato comunista è quello che più ha confidato sull'astensione, istigando i cittadini a non esprimersi e, appunto, colorando ideologicamente i quesiti ("reazionari", "antipopolari", "piccoloborghesi") così da non lasciarli denudati di quella retorica alla vista dei cittadini. Se poi il referendum è in argomento di giustizia, allora la ripulsa comunista è anche più forte perché - come in ordine a tutti i comparti del potere pubblico, ma tanto più nel caso di quello giudiziario - il comunista non rappresenta i cittadini nello Stato, ma lo Stato a fronte dei cittadini: e quando lo Stato accusa, quando giudica, il comunista deve stare dalla propria parte, che è la parte dello Stato a prescindere dal fatto che accusi fondatamente e giudichi giustamente.

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