Covid, Alessandro Sallusti: dopo due anni di pandemia è arrivato il momento, i sì-vax liberino i no-vax
Domani sono due anni dalla scoperta del paziente uno - il caso di Codogno - che precipitò l'Italia nell'epidemia Covid. Da allora tredici milioni di italiani sono stati accertati infetti e 153 mila di loro sono morti facendo alzare di centomila il numero dei decessi totali rispetto alla media degli anni precedenti, con un picco nel 2020 (746 mila) che non si raggiungeva dal triennio della prima guerra mondiale. Basterebbero questi dati per troncare discussioni senza senso sulla reale fondatezza dell'allarme e sulla necessità di aver dovuto contrastare con ogni mezzo - anche alcuni illiberali - l'avanzata del virus.
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La verità è che ci siamo assuefatti alla conta dei morti e continuiamo invece a scaldarci tipo tifosi allo stadio sul green pass e il suo utilizzo come se la vita non fosse la prima libertà da difendere, una condizione senza la quale qualsiasi altra libertà non ha ovviamente alcun senso. In troppi in questi due anni non hanno creduto ai rimedi della scienza e si sono messi di traverso appellandosi al diritto fine a se stesso, altri si sono improvvisati filosofi, medici e scienziati, altri ancora hanno innescato dubbi e paure soltanto per lucrarci sopra ma alla fine buon senso e pragmatismo hanno avuto la meglio e oltre l'80 per cento degli italiani - parliamo di 133 milioni di dosi complessive - si è messo al sicuro vaccinandosi.
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Si deve a questa gente, cioè a noi, se oggi a distanza di due anni dalla scoperta del "paziente uno" l'Italia può finalmente tornare a guardare al futuro con un certo ottimismo che ora ci aspettiamo si trasformi al più presto in fatti, cioè la scomparsa - o quantomeno alleggerimento - delle restrizioni ancora in essere. Per carità, nessuno di noi si sente perseguitato e dover mostrare un documento, il green pass, per entrare in un ristorante e dover indossare una mascherina non può certo definirsi una tortura, ben altre sono le vere scocciature cui lo stato ci sottopone quotidianamente. È che dopo due annidi giuste limitazioni e con la situazione tornata sotto controllo anche la forma diventa sostanza. Insistere con misure di emergenza in assenza di emergenza potrebbe diventare incomprensibile e scocciante anche per quell'ottanta e passa per cento di Italiani che l'emergenza l'hanno accettata e sostenuta senza battere ciglio. Non è questione di assecondare la follia no vax bensì di ascoltare la saggezza si vax.