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Jean Monnet aveva ragione, se la crisi fa aumentare la fiducia nell'Europa: la provocazione

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C'è una famosa provocazione di Jean Monnet, uno dei padri fondatori dell'Europa unita, che è sempre sembrata in realtà una previsione sballata, al massimo un wishful thinking per i momenti più neri che sarebbero arrivati. Scriveva il politico francese: saranno i momenti di crisi a far avanzare il processo di integrazione europeo. E invece un sondaggio dell'Eurobarometro sulle opinioni dei cittadini, sembra confermarlo in maniera clamorosa: il sentimento verso l'Europa in questi due annidi crisi nerissima è cambiato profondamente, e decisamente in meglio. L'indice di gradimento verso l'Ue ha raggiunto i livelli più alti dell'ultimo quindicennio. Due terzi dei cittadini ritengono che l'appartenenza all'Ue sia vantaggiosa per il proprio paese. Più del 75% sono favorevoli, in generale, all'integrazione, il 21% resta critico ma «cambierebbe idea se Bruxelles funzionasse in modo diverso», solo il 4% manifesta un'opposizione di principio. 

STABILITÀ
I cittadini apprezzano l'Europa perché «garantisce stabilità e democrazia in un mondo sempre più turbolento» e apre prospettive ai giovani. Proprio i due punti su cui massimo è stato lo sforzo dell'Ue e dei suoi stati membri, forse mai come questa volta uniti e solidali verso un obiettivo comune. Il Covid è stato alfine vinto, prima e meglio che in altri paesi e continenti a noi paragonabili per potenza economica e conoscenze scientifiche, le risorse mobilitate (ingentissime, va ricordato, neppure paragonabili ad alcuna sciagura precedente) sono state prioritariamente indirizzate verso il Next Generation Ue, grazie a scelte di solidarietà tra i paesi europei che hanno messo tra parentesi le differenze di disponibilità economiche e le stesse prospettive di capacità di restituzione dei debiti, cosa del tutto impensabile fino a due anni fa. 

DIFFICOLTÀ
Certo, torneranno le tensioni e le divergenze fra paesi del Nord Europa e del Sud, si è già cominciato a ridiscutere del patto di stabilità, ma il clima è indubbiamente più positivo, e una nuova volontà di collaborazione è sbocciata e si va rafforzando. E questo è fondamentale specie perché ai cittadini non sfuggono le difficoltà che abbiamo davanti e che sono andate crescendo in questo periodo: al primo posto essi pongono le diseguaglianze sociali, subito dopo la salute, e poi il cambiamento climatico e l'ambiente. Ma gli europei non hanno più dubbi sul modo per superarle: lavorando insieme. Le opzioni separatiste non raccolgono più del 20% dei consensi. Solo lavorando insieme, pensa la maggioranza dei nostri concittadini, raggiungeremo gli obiettivi considerati primari: l'allineamento delle condizioni di vita, una politica comune per la salute, una più forte solidarietà tra i paesi membri. Jean Monnet aveva ragione.

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