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Alessandro Sallusti, più che il Covid potrà la bolletta: attenzione a non affamare gli italiani

Alessandro Sallusti
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La curva del Covid continua a flettere, soprattutto per quanto riguarda ricoveri e terapie intensive, segno che la pandemia sta tornando sotto controllo. Non altrettanto fa la curva dell'allarme che qualcuno al governo si ostina a tenere alto contro ogni logica, e con l'allarme restano alte le precauzioni benedette in tempi di pericolo sociale ma stucchevoli oggi. Abbiamo difeso il green pass come strumento di protezione e persuasione a vaccinarsi, combattuto le tesi no vax e tutto il resto ma ora è giunto il momento di alleggerire la pressione e concentrare energie e risorse su una emergenza diversamente ma altrettanto pericolosa, quella del caro energia e delle sue conseguenze sociali.

 

 

Ieri è scesa in piazza la protesta di una delle categorie portanti della nostra economia, quella degli agricoltori e allevatori, cioè coloro che ogni giorno garantiscono il cibo sulle nostre tavole e che alimentano altri settori strategici come quelli dei trasporti e dei servizi. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, è stato chiaro, così non si può andare avanti perché i casi sono due: o falliscono gli imprenditori del ramo - i costi dell'energia e delle materie prime loro necessarie sono già aumentati del 130 per cento - o i generi alimentari nel giro di poco tempo dovranno raddoppiare il costo al consumo mettendo ancora più in crisi i già deboli bilanci di milioni di famiglie. Una terza via non esiste.

 

 

Ora, si sa che i contadini hanno le scarpe grosse e il cervello fino, di conseguenza è difficile che stiano sbagliando di conto anche se non tutti loro escono dalla Bocconi. E come è altrettanto noto questa è gente abituata a lavorare più che a protestare. Ascoltare il loro allarme quindi non è una gentile concessione ma un dovere, e farlo prima che sia troppo tardi può tornare utile a tutti. Il governo, nessun governo, è dotato di bacchetta magica né ha in cantina la macchina per stampare moneta. Ma se non si vuole che l'inflazione, soprattutto quella sui basilari generi alimentari, schizzi talmente in alto da bloccare gli acquisti; se peggio non vogliamo che le nostre aziende agricole falliscano cedendo quote di mercato a produttori esteri, se insomma vogliamo tenere unito il paese invece di rincorrere mascherine e tamponi, il governo si concentri a trovare soluzioni, ci manca solo di affamare gli italiani e poi siamo a posto.

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