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Benito Mussolini, "le prodezze sessuali che ossessionano la sinistra": Vittorio Feltri, pernacchia a Repubblica

Vittorio Feltri
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Nonostante tutti sappiano che il fascismo, morto e sepolto, non è più un pericolo da combattere anche solo a titolo preventivo, continua ad essere un incubo che suscita una grande preoccupazione nel pubblico. Ieri la Repubblica, per la penna brillante del suo ex direttore, Ezio Mauro, si è dedicata a Mussolini raccontando in modo perfino divertente le prodezze sessuali di Benito, come se questi fosse stato l'unico politico che perseguisse con eguale passione i piaceri del letto e quelli del potere. Tre pagine fitte che si leggono di un fiato per una ragione semplice: il Duce, amato o odiato che fosse, esercita ancora un fascino irresistibile su molti italiani, compresi quelli che per ovvie ragioni anagrafiche non hanno vissuto neanche un brandello del regime. Mi domando il perché di questo fenomeno e non riesco a darmi una risposta convincente. Il fascismo cominciò la sua marcia un secolo fa durante il quale è successo di tutto, inclusa una guerra mondiale, seguita dalla rinascita nazionale favorita dalla Resistenza e soprattutto dagli americani, ma ancora gli italiani, specialmente quelli di sinistra non si sono placati. Le camicie nere, l'olio di ricino, le spedizioni punitive costituiscono tuttora una sorta di minaccia per quanto inesistente per motivi oggettivi. Forse c'è in giro pure adesso qualche cretino che agita alcuni cimeli del Ventennio allo scopo di fare un po' di casino, ma considerarlo un nemico acerrimo delle istituzioni è un esercizio insensato. I littoriali e roba simile appartengono al patrimonio folcloristico nazionale, nulla di più e di diverso.

 

 

 

Non è il caso di prendere sul serio simile ciarpame pseudo politico. Sul piano storico non sento dire né leggo qualcosa di sostanziale, a parte le leggi razziali (gridano vendetta), che condanni Mussolini in forma definitiva, inequivocabile. Mi riferisco anzitutto alla prima guerra mondiale, quella del 15-18, che incendiò l'Europa senza un vero perché. Ebbene il futuro Duce, pur essendo un socialista di ferro, si schierò a favore degli interventisti, dimostrando una irragionevolezza spaventosa, pari a quella di moltissimi intellettuali dell'epoca. Una aggressività gratuita che indusse milioni di compatrioti ad andare al fronte a morire ammazzati, poveri soldati inconsapevoli di quello che stavano facendo, ignari degli scopi bellici, gente costretta a sparare a propri simili altrettanto ignari delle finalità del conflitto cui erano obbligati a partecipare. Lo spirito guerrafondaio di Benito, una volta identificato, doveva bastare a comprendere la follia dell'uomo. Non bastò. Al tavolo della pace l'Italia ottenne soltanto l'annessione del Sudtirolo, del quale avremmo potuto fare a meno viste le grane che ci ha procurato, cui non ha fatto riscontro alcun vantaggio. Amen. Negli Anni Venti, il Duce sale al pote re con facilità irrisoria e, per quanto egli sia ostile a qualsiasi forma democratica, governa bene ottenendo risultati lusinghieri, che non elenco essendo noti a chiunque minimamente informato.

 

 

 

 

La vera sciagura comincia quando il nostro dittatore si apparenta con Hitler col quale condivide la passione per i carrarmati e i cannoni. I due si alleano per conquistare il Continente di cui, quand'anche se ne fossero impossessa ti, non avrebbero saputo che farne. Seconda guerra mondiale, seconda follia cosmica. Milioni di ragazzi impreparati e male attrezzati mandati allo sbaraglio in bocca ad avversari tenaci e vigorosi. L'aggressione alla Russia si trasformò in una ecatombe, su tutto il fronte le vittime della pazzia di Mussolini congiunta a quella del pazzo teutonico furono talmente numerose da costituire un record insuperabile. Se a questo aggiungiamo i milioni di ebrei eliminati con la fattiva collaborazione del maestro di Predappio, bisogna concludere che chiunque abbia superato senza troppe difficoltà la quinta elementare e abbia letto, non dico un libro, ma la realtà quotidiana, non possa essere fascista se non in odio ai comunisti che sono riusciti a battere in barbarie i nazifascisti. Ciò detto va segnalato che la sinistra quando è a corto di argomenti, sempre, e perde voti, sfodera l'arma più spuntata che si possa immaginare: la lotta ai camerati, che essendo una esigua minoranza di psicolabili, perdono sempre. 

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