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Alessandro Sallusti, la bordata sui "furbetti in malafede": Covid, perché è "l'ora della liberazione"

Covid, Madrid

Alessandro Sallusti
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Archiviato il Quirinale adesso è urgente archiviare la pandemia, non nel senso di negarla o sottovalutarla ma di uscire da una fase emergenziale che non trova più riscontro nei fatti. Intendiamoci, se oggi possiamo immaginare una decisione del genere è soltanto perché fino ad ora abbiamo messo in atto una serie di restrizioni e protezioni, senza le quali non sarebbe possibile immaginare una normalità, dai lockdown alle zone colorate, dai vaccini agli obblighi e alle restrizioni. Chi oggi vuole intestarsi la normalità dopo aver combattuto, ostacolato e ridicolizzato la linea del rigore è un furbetto in malafede, se fosse stato per loro l'epidemia sarebbe stata infinita, una buona parte dei morti dell'ultimo anno sono figli di quella cultura e discepoli di cattivi maestri vaccinati e greenpassati come tutti i santoni che giocano sulla pelle degli altri.

 

 

Solo chi si è vaccinato, chi ha seguito regole e limitazioni alla lettera oggi può rivendicare concreti passi avanti nel togliere vincoli e limitazioni che anche secondo la comunità scientifica non sono più necessarie. Se qualcuno ha riserve ad allentare la morsa perché "è darla vinta ai negazionisti" rifletta sul fatto che gli unici vincitori di questa partita sono i milioni di italiani che l'hanno giocata con senso di responsabilità, gli altri sono come i portoghesi che viaggiano sui mezzi pubblici senza pagare il biglietto, cioè una piaga inevitabile, e che a fine corsa se ne vantano con gli amici: visto che avevo ragione io a non pagare che al capolinea sono arrivato gratis come voi fessi? Sarà il tempo a regolare i conti, inutile perdere ulteriori energie a convincere chi non vuole essere convinto.

 

 

 

Il neurologo Sigmund Freud aveva definito con una breve storiella questa categoria umana che ancora false verità nel profondo dell'inconscio. Eccola. Tizio presta una pentola a Caio che gliela restituisce bucata e quindi gliene chiede conto, Caio nega di aver mai avuto quella pentola e di fronte a prove schiaccianti sostiene che sì l'ha ricevuta ma già bucata e all'obiezione che se bucata non avrebbe potuta usarla risponde che è vero, ma che quando lui l'ha restituita il buco non c'era. Insomma, c'è gente che non accetterà mai la verità, tempo perso. Quindi non facciamola lunga, ci aspettiamo che il governo adegui velocemente le cautele al rischio reale che corrono i vaccinati, rischio che oggi è oggettivamente minore di quanto lo era mesi fa. 

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