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Quirinale, il bis di Mattarella? Lo dicevo da settembre, ma non sono il Mago Otelma...

Roberto Formigoni

Roberto Formigoni
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È vero, l'ho scritto e affermato diverse volte a partire da settembre (la prima volta fu su Libero proprio in questa rubrica), che sarebbe andata a finire così, con la conferma di Sergio Mattarella e di Mario Draghi. È andata così non perché io abbia la preveggenza di Mago Otelma o doti da premio Nobel di Scienza della politica, ma perché, cari lettori, la politica è una scienza, e come ogni scienza ha le sue regole. Chi non le conosce è soggetto inevitabilmente a errori e figuracce, così come è capitato questa volte a molti, direi a tutti. A tutti i grandi elettori, sia detto con rispetto parlando, che non conoscendo le regole, non sapevano che la soluzione che cercavano con infinite giravolte, era una sola. E ci hanno messo una settimana per vederla. 

 

Ma perché ho detto e scritto che già a settembre questo era chiaro? Perchè alla ripresa dopo le vacanze è diventato strasicuro che la soluzione di governo escogitata in primavera dopo il fallimento del Conte 2, sarebbe durata abbastanza a lungo, diciamo fino alle elezioni del '23 o almeno fino all'elezione del presidente della Repubblica a fine gennaio. E questo perché nessuno aveva intenzione di anticipare le elezioni e perché il governo funzionava discretamente bene. Tutti erano d'accordo su questo, allora, tranne la dignitosa ma piccola minoranza di Fratelli d'Italia. Ma tutti hanno dimenticato, fino a ieri, che il governo Draghi era nato su basi specialissime e solo su quelle poteva reggersi. Quali? Era ed è un governo di unità nazionale, cioè fatto da partiti che fino al giorno prima si erano duramente contrapposti (pensate solo a Lega e Pd), un governo fondato su un accordo pieno su un ambiziosissimo programma (dalla lotta alla pandemia, al Pnrr da 270 miliardi, alla realizzazione di un profondo cambiamento dell'Italia su punti strategici decisivi e anche divisivi per il futuro dell'Italia), con gli stessi ministri a cui tutti i partiti hanno votato e promesso la fiducia, ma sarebbe stata la prima volta che accadeva. 

E come poteva stare in piedi un simile miracolo all'italiana? Solo perchè si impose un tecnico-politico qualificatissimo, stimatissimo all'estero, capace di vedere le contrapposizioni pubbliche quotidiane dei suoi partiti, ma capace poi di imporre nel sancta santorum del Consiglio dei ministri la "sua" visione, le "sue" soluzioni, le "sue" proposte di legge, e capace pure di imporne la votazione unanime in Parlamento. E questo è stato possibile anche perché se ne è fatto defensor e scudo il presidente della Repubblica, che quando fu eletto 7 anni fa non ebbe certo il voto di tutte le forze politiche, ma che nel corso degli anni, e di questi ultimi difficilissimi in particolare, si è guadagnato la stima e l'apprezzamento di tutti. 

 

Infine, Mattarella si è dimostrato l'unica soluzione possibile perché il presidente eligendo avrebbe dovuto avere il voto di tutte le forze politiche di maggioranza, e nessuno aveva questa dote. Draghi presiede il governo di tutti, se una forza politica si distacca il suo governo crolla. E se una forza politica non appoggia il nuovo presidente della Repubblica, viene meno quell'unità nazionale che è la base e la forza del governo, e questi cadrebbe. Simul stabunt simul cadent, le leggi son sempre quelle. Chi non le conosce, pianga se stesso.

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