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Vittorio Feltri: i giovani di oggi? Come quelli di ieri, o peggio: chi si lamenta non conosce la storia

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Vittorio Feltri
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Non c'è giorno che non si dica peste e corna dei giovani di oggi, ai quali si rimprovera di essere violenti, stupratori e chi più ne ha più ne metta. In effetti, le cronache grondano di imprese delinquenziali realizzate addirittura da imberbi, che suscitano allarme e generale riprovazione. Siamo d'accordo con chi grida allo scandalo. Contenere il moltiplicarsi di episodi disdicevoli attribuibili ai ragazzi è una urgenza, ma aggiungo che il problema dei furori giovanili non è una novità dei nostri tempi, bensì qualcosa di antico come il mondo. Gli adolescenti sono sempre stati particolarmente irrequieti e ne hanno combinate di tutti i colori.

 

 

 

Senza risalire a epoche lontane, rammento quello che accadeva nel secolo scorso, negli anni Cinquanta, quando io ero un adolescente. Allora spopolavano i teppisti (da "teppa", ossia "periferia") che nelle grandi e piccole città si segnalavano perché solevano aggredire i passanti, li derubavano, li picchiavano. A lungo andare ci fu una sorta di normalizzazione e il termine "teppisti" è uscito dalle abitudini lessicali degli italiani. Tuttavia, gli agguati e i reati proseguirono esattamente come prima. Cambiano le parole, però i fatti non mutano mai. Semmai peggiorano. Sul finire degli anni Sessanta gli studenti furono protagonisti di una stagione di pestaggi impressionanti di matrice politica. Il Paese era preda di estremisti politici che menavano come martelli, spaccavano teste come fossero mele, erano intenti a perseguire una rivoluzione proletaria. Non paghi, i liceali e gli universitari che si erano impegnati ad occupare atenei alzarono la mira prendendo a uccidere con armi da fuoco quelli che consideravano nemici del popolo. Nacquero le cosiddette "Brigate Rosse", "Lotta continua" e vari altri gruppi di assassini. Le loro vittime furono centinaia, il terrorismo ideologico si impadronì della penisola. Per tre lustri l'Italia fu campo di battaglia di comunisti e generi affini, ogni dì un corteo, decine e decine di cittadini sospettati di essere borghesi venivano sprangati con chiavi inglesi. I morti ammazzati furono copiosi.

 

 

 

Eppure, adesso, di tutto questo ci siamo dimenticati, acqua passata non macina più. Come ci siamo scordati degli esordi del fascismo che si affermò all'inizio del Novecento malmenando selvaggiamente gli avversari. Ovviamente quelli che ricorrevano alle mani e alle bottiglie di olio di ricino erano giovanotti, non certo persone anziane desiderose di incassare una pensione. Le leve odierne che vengono accusate di commettere misfatti specialmente notturni, di organizzare risse in piazza e di molestare fanciulle in fiore non meritano senza dubbio di essere elogiate, ma non ci vuole molto per capire che non sono peggiori dei loro antenati. Anzi. Purtroppo l'umanità non evolve mai, è sempre pronta a delinquere e a segnalarsi per azioni brutali e spietate. Noi non intendiamo assolvere coloro che attualmente in verde età vanno in giro a turbare la quiete pubblica, semplicemente ci permettiamo di fare presente che non eravamo più saggi di loro. Le ultime generazioni forse fanno un po' meno schifo delle vecchie. 

 

 

 

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