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Enrico Letta mente per sete di potere: perché la menzogna ispira ogni sua iniziativa

Iuri Maria Prado
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Ciò che è insopportabile di Enrico Letta non è nemmeno la sua capacità di mentire, un'abilità utile e forse anche necessaria per chi faccia il suo lavoro, ma il fatto che la menzogna gli sia connaturata e ispiri immediatamente, meccanicamente e in modo esclusivo ogni sua iniziativa, ogni suo gesto, ogni sua parola. Una perversione democristiana impastata di slealtà comunista gli fa credere che quello sia il modo giusto, anzi l'unico modo, per sbrigare gli affari della sua militanza pubblica: mentire, mentire, mentire, che si tratti di presidente della Repubblica o di referendum, di giustizia o di Ddl Zan, del governo Draghi o dell'affascinante avventura con l'ex avvocato del popolo.

 

Non si può escludere che il mendacio sistematico, la bugia elevata a regola ferrea, il falso costituzionalizzato, adempiano in Enrico Letta anche a una funzione auto-inibitoria in qualche modo commendevole: nel senso che si pongono a ostacolo, a filtro, della manifestazione di intendimenti indicibili. Tipo: io me ne strafotto della giustizia e dei diritti degli indagati, io voglio il potere, e siccome per avere il potere serve tenere buoni i rapporti con la piovra giudiziaria e con i fascistelli 5Stelle, ma non posso dirlo, allora dico che non bisogna dividersi tra giustizialisti e “impunitisti”.

 

Applausi dei giustizialisti, pour cause. O ancora: fosse per me, per oppormi alla candidatura di Berlusconi mi farei scrivere un comunicato da Travaglio e da Davigo, egli direi di andarci belli pesanti, ma non si può, e allora dico che Berlusconi è di parte. Cosa che, vera o no, non è quella che pensa lui, nonè quella che direbbe se non gli fosse impossibile liberare dal vincolo della menzogna il suo vero giudizio e direi quasi la sua vera natura. Ma, se possibile, quella ipotetica funzione profilattica rende anche più detestabile il mentire di Letta. Nel sangue e nella merda bisogna immergersi con sincerità, per quel che si è. Se ci  sguazzi infilato in una perenne muta di bugie ne esci più sporco di prima.
 

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