Covid, è emergenza linguistica: chi scrive i decreti non sa l'italiano, ecco tutti gli strafalcioni
Leggo, nel decreto-legge in tema di pandemia pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del 7 gennaio («Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore»): «Il possesso delle certificazioni verdi COVID-19 di cui al comma 1 da parte dei soggetti sottoposti all'obbligo di vaccinazione di cui all'articolo 4-quater che svolgono la loro attività lavorativa, a qualsiasi titolo, nei luoghi di lavoro è effettuata dai soggetti di cui al comma 2, nonché dai rispettivi datori di lavoro» (art. 1, comma 1).
A parte effettuare un possesso, dai riscontri concentrati nell'uso corrente - con riferimento al possesso di palla - nelle cronache calcistiche (non poteva essere diversamente, a trattar la lingua coi piedi), grida vendetta quello strafalcione sintattico ("Il possesso delle certificazioni verdi COVID-19 [...] è effettuata) in un testo di legge che immaginiamo letto un'infinità di volte, e da chissà quante persone, prima di essere licenziato per la stampa. È finita? Macché. «Ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di integrare il quadro delle vigenti misure di contenimento alla diffusione del predetto adottando adeguate e immediate misure di prevenzione e contrasto all'aggravamento dell'emergenza epidemiologica» (nel preambolo alla parte dispositiva). Il legislatore si riferisce chiaramente alla diffusione del virus, ma Covid-19, a giustificare quel predetto, è troppo lontano perché possa esserne il referente testuale, e sarebbe per giunta un referente incongruo: fin lì, nel testo (oltreché di «pandemia», e di «patologie derivanti da agenti virali trasmissibili»), si era parlato di «epidemia da Covid-19», di «emergenza epidemiologica da Covid-19», di «certificazione verde Covid-19», tutti casi nei quali la "testa" del costrutto non è Covid-19 ma epidemia, emergenza o certificazione (come nelle «situazioni di pregiudizio per la collettività» di cui si scrive poco prima del passaggio incriminato: "comandano" le situazioni, non il pregiudizio).
«Estensione dell'obbligo di vaccinazione per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2 agli ultra cinquantenni» (art. 1, comma 1). E un momento prima, nella premessa: «soggetti ultra cinquantenni». Si scrive ultracinquantenni, tutta una parola. Come ultrasuono, ultraterreno o ultravioletto. «Il Ministero della salute, avvalendosi dell'Agenzia delle entrate-Riscossione comunica [...]» (art. 1, comma 1). Ci vuole una bella virgola, prima di «comunica», ma sulla punteggiatura - e altro - sorvoliamo. È emergenza linguistica, per tanti. Per fronteggiarla iniziamo a far tornare sui banchi di scuola almeno i revisori e gli estensori materiali del decreto..