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Quirinale, veti rossi sulle candidature, la stoccata di Sallusti: "Hanno scambiato il Colle per un soviet"

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Alessandro Sallusti

Alessandro Sallusti
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L'ultima volta che il Pd vinse una elezione correva l'anno 2014, il clamoroso 40 per cento alle Europee targato Matteo Renzi oggi considerato, D'Alema dixit, un untore della sinistra. Ma anche lo stesso Renzi era arrivato a Palazzo Chigi sull'onda di una "non vittoria" alle politiche, quella di Bersani del 2013 rimontato da Berlusconi. Insomma, il Pd non vince una elezione da sedici anni (Prodi, 2006 per una manciata di voti) ma si comporta come il padrone assoluto del vapore Italia. Questi perdenti di successo oggi pretendono di imporre il nome del prossimo Capo dello Stato e, nel caso questi fosse Draghi, del futuro Presidente del Consiglio pur non avendone titolo né numeri. E fin qui uno può dire: nulla di strano, fanno solo il loro mestiere. Certo, e ne hanno pure facoltà, ma il problema è un altro, cioè far credere che questa sia l'unica strada possibile da percorrere se si vuole rimanere nei binari della democrazia.

 

 

 

A un lettore attento e minimamente interessato alle vicende politiche non sarà sfuggito come sia partita l'operazione "sinistra o morte" da parte della solita gran cassa mediatica che vede allineati e alleati praticamente tutti i mezzi di informazione, dai randellatori del Fatto Quotidiano (ieri nel tritacarne ci hanno messo Letizia Moratti, eccellente possibile candidata del Centrodestra), ai commentatori finti super partes di La Repubblica, Corriere della Sera e La Stampa fino alle donne radical chic che si stanno mobilitando per una donna al Colle ma a patto che non sia di Centrodestra. E nei prossimi giorni chissà quanti altri ancora spunteranno fuori a sostegno non di un candidato - cosa assolutamente legittima - ma della tesi che nessun altro al di fuori del loro mondo ha diritto di provarci perché "il fascismo non può tornare".

 

 

 

Tante, troppe volte le destre di ogni genere e colore hanno dovuto subir tacendo presidenti della Repubblica scelti in solitario dalla sinistra senza che mai, neppure una volta e neppure con il comunista Napolitano compromesso con il feroce regime sovietico, ne sia stata messa in discussione la legittimità. I veti di oggi della sinistra su candidati a loro sgraditi sanno di fascismo. Non vi piacciono? Non votateli, ovvio, ma non impedirete ad altri di farlo evocando rivolte e tragedie.

 

 

 

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