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Vittorio Feltri a Gianfranco Rotondi: "La Dc non è Lazzaro, non può risorgere"

Vittorio Feltri

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Gianfranco Rotondi ha esploso l'ultima raffica della Democrazia cristiana pur consapevole che questo partito è morto. Nel suo libro uscito da poco egli so, stie n e che la Dc pur essendo finita al G. Rotondi cimitero potrebbe risorgere. Può darsi che ciò sia vero ma è altamente improbabile. Purtroppo il sistema politico italiano si è frantumato e gli uomini che lo rappresentano oltre a essere deboli sono incapaci di gestire se stessi, figuriamoci se sono in grado di amministrare la cosa pubblica. I cristianodemocratici non erano fenomeni ma, come Fanfani, per dirne uno, erano cresciuti con il fascismo e furono all'altezza di edificare un partito -mamma abile nell'interpretare le esigenze di ricostruzione del Paese. Un partito che per giunta si giovava dell'appoggio culturale della chiesa, all'epoca organizzata e potente, e non faticava ad avere l'apporto del mondo cattolico, ricco di fedeli e quindi di voti. Inoltre i democristiani esercitavano la virtù della pazienza e sapevano negoziare con chiunque, perfino con i comunisti, che puntavano all'egemonia pur sapendo di non essere dotati della forza necessaria a realizzare tale ambizione. Comunque la lotta all'ultimo sangue tra cattolici e filosovietici a un certo punto era diventata una consuetudine, due chiese che si combattevano abbastanza lealmente, consentendo all'Italia di vivere in un sostanziale equilibrio.

 

 

Poi è arrivata Mani Pulite e il giochino si è sfasciato. Da trent' anni il groviglio istituzionale tenta di dipanarsi invano. Ma non c'è verso di trovare una strada maestra. I nuovi partiti non ce la fanno a darsi un assetto che li renda credibili, sono armate Brancaleone che procedono a zigzag, nascono e muoiono come mosche cieche. Se è vero che i fascisti sono avanzi di galera ormai in agonia, anzi sepolti, gli ex comunisti non sono attrezzati per uscire da schemi obsoleti, la Lega dopo un periodo fortunato è caduta in confusione, e il M5S è vittima di un suicidio collettivo dopo aver illuso una folla di ingenui di poter aprire il Parlamento come una scatola di tonno. Tutto è andato a pallino, la sola che resiste con dignità è Giorgia Meloni. Il resto è melma. Vero che dal letame nascono i fiori ma non si vedono in giro dei boccioli.

 

 

Pensare alla resurrezione salvifica della Dc è una ipotesi a cui non credono neanche i reduci irriducibili della ex gloriosa fazione cattolica, visto che pochi vanno a messa, pochissime sono le vocazioni, e la gente ha più fiducia nei social che nei sacerdoti. Rassegniamoci alla fine di un'epoca gloriosa purtroppo chiusa per sempre. Oggi il problema più urgente da risolvere è un altro: bisogna riportare il popolo alle urne, ma per fare ciò bisognerebbe avere dei partiti credibili, che invece, eccetto quello della Meloni, non esistono. Una revisione costituzionale sarebbe opportuna: siano gli italiani a eleggere il presidente della Repubblica e il premier. Forse non sarebbero passi risolutivi, ma passi in avanti, questo sì. La passione politica non cade dal cielo. Va coltivata con atti concreti.

 

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