Vittorio Feltri, termina l'anno? Torneranno i soliti guai: un'amara profezia, ecco cosa ci aspetta
Che scoperta, finisce un anno e ne comincia un altro che non sarà migliore né peggiore del precedente. Se ogni giorno ha le sue pene, significa che ce ne attendono 365. È il minimo. Del 2021 ricorderemo poco o nulla essendo stato uguale al 2020, cioè pieno di virus, ospedali zeppi di gente in procinto di tirare la cuoia, virologi che intasano i programmi televisivi, no-vax dilaganti e agonizzanti. Forse qualcosa è migliorato ma mica tanto.
Per quanto riguarda la politica siamo alle solite: i rivoluzionari inventano le idee e, quando le hanno esaurite, le regalano ai conservatori che non riescono quasi mai a conservarle. Io di notti di San Silvestro ne ho vissute tante però le ricordo tutte perché sono state identiche l'una all'altra: insopportabili botti, rumori fastidiosi e incomprensibili, giacché non si afferra che senso abbiano le esplosioni di bombe con la morte di un calendario e l'inaugurazione di uno nuovo. Forse lo scoppiettamento assordante che accompagna i festeggiamenti del primo gennaio serve soltanto a rammentarci quanto l'umanità sia imbecille. In alcune zone d'Italia vive una tradizione cretina che ci induce a dubitare dell'equilibrio mentale di certo popolazzo: quando scocca la mezzanotte del 31 dicembre si spalancano le finestre e piovono in strada, o in testa ai rari passanti, oggetti che le famiglie scartano, ovvero vecchi televisori e perfino lavatrici ormai inservibili.
In questi casi ci scappa sempre un ferito o un morto, così come i petardi provocano in chi li fa esplodere amputazione di arti superiori. I ferimenti, specialmente i più gravi, mi rallegrano inutilmente, nel senso che mi illudo che gli incidenti in questione siano un deterrente, infatti ogni anno si ripetono puntualmente. Amen. Non c'è modo di eliminare le cattive abitudini della collettività che è come un bisonte che fugge senza sapere dove andare. La politica ubbidisce sempre alla sua storica attitudine: infatti la democrazia è uno strumento con cui una minoranza ben organizzata nel peggio governa una maggioranza disorganizzata. Poi ci domandiamo per quale ragione non cambi mai niente in positivo.
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Ovvio, chi possiede i mezzi per comandare non si fa comandare dai cittadini, che subiscono non perché siano tonti, bensì semplicemente impotenti. I dodici mesi che ci aspettano, ripeto, non saranno né migliori né peggiori di quelli trascorsi, poiché la continuità dell'esistenza è garantita dalla capacità delle persone di adattarsi alla vita. L'Italia non è una penisola felice né infelice, il suo destino dipende dalla sua volontà di adeguarsi a come gira il mondo. Cosa che la sinistra politica non sa fare: infatti è più facile fantasticare che lavorare, ecco l'origine del socialismo, da quello russo a quello nostrano. Si dà il caso che, come per la religione cristiana, anche per il comunismo la peggior pubblicità siano i suoi seguaci. Auguro a tutti buon anno, quantunque tale non sarà.