Covid, scenari catastrofici: così il risveglio del virus può affondare la ripresa mondiale
La tempesta perfetta sull'economia, e in particolare sui mercati finanziari, si sta delineando a causa della variante Omicron, di possibili politiche monetarie meno accomodanti, dell'inflazione cattiva dovuta alla speculazione sulle materie prime ed energia, tutte componenti che determinano turbolenze di varia entità sulla principale piazza del globo, Wall Street, e a ricaduta su tutte le altre borse mondiali. Difficile anche solo imbastire contro mosse adeguate, visto che il primo imputato della situazione è il virus killer, mentre tutte gli altri fattori citati ne sono un semplice indotto. Per raffreddare la temperatura dell'inflazione, se non fossimo in un periodo di pandemia, basterebbe un'azione sinergica delle principali potenze economiche del mondo e una stabilità dei tassi di crescita, condizione che con la scure di nuovi lockdown, peraltro già in corso in varie nazioni guida come la Germania, appare particolarmente difficile.
Ci si stava incamminando a passo veloce verso una ripresa consistente e duratura, tanto che alcune banche d'affari stavano rivedendo al ribasso le stime dei prezzi del petrolio, intorno ai 65 dollari. Se le previsioni si avverassero si potrebbe avere un temporaneo rallentamento dell'inflazione. Meno ottimistica la previsione del prezzo del gas che, per la prima volta degli ultimi decenni, si è completamente discostata da quella del petrolio, e la cui incidenza su molte produzioni energivore e sulle centrali elettriche e sicuramente più significativa e quindi in grado di incidere negativamente sulla ripresa economica. Ma a destare più preoccupazione è l'iter delle varianti del Covid e di come queste siano in grado di allentare pesantemente i vantaggi, ad oggi inconfutabili, derivanti dalle vaccinazioni.
Il rischio che "buchi" la copertura e richieda modifiche ai vaccini esistenti basta a frenare le potenzialità della ripresa. A far le spese di questo rischio sono state le principali Big Pharma, capeggiate dalle due regine Pfizer e Moderna, il cui calo della quotazione è stato intorno al 4%, mentre per il nuovo Novavax, appena approvato e in dispensazione in gennaio, di oltre il 7%, dati che fanno emergere quanta tensione derivi dalla capacità di fronteggiare o meno l'ondata Omicron e le possibili successive. Adesso l'incertezza predomina e tende a profilare uno scenario di discontinuità che, soprattutto per le medie-piccole imprese, potrebbe tradursi in un calo sostanzioso degli ordini, con l'effetto di dover riaprire i battenti della cassa integrazioni, ad oggi quasi azzerata. Saranno cruciali le prossime settimane per definire quali scenari si possano prospettare e quali conseguenze si possano preventivare.