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Sindacati e giudici, i nuovi "no Italia". Alessandro Sallusti, la bordata: bravi soltanto a remare contro

 Maurizio Landini

Alessandro Sallusti
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Bloccare il Paese l'ultimo weekend pre natalizio, con la gente che si riversa per le strade dopo dodici mesi vissuti a singhiozzo e in libertà limitata, non è esercitare un sacrosanto diritto, è solo rompere i santissimi a milioni di italiani. Dove sta l'urgenza, dove il pericolo che giustifichi un gesto estremo quale è lo sciopero generale? Io mi auguro che Draghi non ceda a questo odioso ricatto che serve solo a Maurizio Landini, leader della Cgil, per fare sapere al mondo che esiste. Entrare nel merito della questione è inutile. Draghi poteva fare di più e di meglio con la manovra finanziaria? Può essere, ma anche no. A questo governo si possono rinfacciare tante cose, non di non avere a cuore una maggiore equità sociale messa peraltro a dura prova da una emergenza esterna quelle è quella del Covid.

 

 

 

Si sta per bloccare il Paese per soddisfare l'ego di Landini, senza neppure che il sindacato, come avvenuto in passato (l'ultima volta è stato nel 2014 contro il governo Renzi) abbia un nemico politico da mettere in difficoltà. Chi è il nemico? Draghi, cioè un premier messo lì anche dalla sinistra per provare a salvare la baracca a vantaggio anche di lavoratori e pensionati? No, questa è una follia, un chiamarsi fuori dall'operazione di salvataggio con la quale tutti i partiti - destra e sinistra, persino Bersani- si sono sporcati le mani con i loro elettori, certamente per mancanza di alternative ma anche - ci piace pensarlo- per senso di responsabilità.

 

 

 

Non sarà un caso che da questa operazione di unità nazionale si chiamano fuori in due, i sindacati e i magistrati che senza il minimo senso di vergogna dopo tutto quello che è successo, si stanno opponendo a una vera riforma del Csm, il loro organo di autogoverno - complice il tentennamento della ministra Cartabia che è la causa di molti dei mali della democrazia. Sindacati e magistrati sono la palla al piede del cambiamento, sono un tappo alla crescita. Non c'è Draghi che tenga, o si riesce a ricondurre il mondo del lavoro e quello della giustizia nel loro alveo, o non si va da nessuna parte perché è difficile mandare avanti una barca, per di più in acque agitate, con due a bordo che remano all'inverso. Per carità, in democrazia (quasi) tutto è lecito. Ma tra i No vax e i No Italia non vedo grandi differenze.

 

 

 

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