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Alessandro Sallusti, il senso di Lega e Forza Italia al governo: cosa ci svela la manovra di Draghi

Alessandro Sallusti
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La premessa è d'obbligo: ogni euro in meno di tasse è benedetto, perché il contribuente lo risparmia e quindi, prima o poi, lo rimette in circolo in modo da generare nuove entrate per il mercato e quindi di nuove tasse per lo Stato. Ieri il governo ha presentato il suo piano fiscale che prevede tagli di imposte per otto miliardi, di cui uno all'Irap (la tassa che pagano le aziende) e sette all'Irpef (persone fisiche). È poco, è tanto? Lascio agli esperti la risposta esatta, ammesso che esista perché i maggiori beneficiati - pare essere il ceto medio saranno contenti e chi si aspettava cose diverse rimarrà deluso, tra questi Confindustria che si aspettava maggiore sgravi alla produzione.

 

Certo è che questa non si può definire una manovra fiscale di sinistra, nel senso che se fosse ancora in piedi il governo tra Cinque Stelle e Pd oggi saremmo sicuramente qui a dire cose diverse. In questo senso il via libera che due partiti su tre - Lega e Forza Italia - hanno dato alla nascita del governo Draghi ha dato i suoi frutti, nel senso che non si è lasciato Draghi - ammesso che lui avesse accettato - nelle mani di forze illiberali è più propense alla patrimoniale che non ai tagli. «'O cummanna' è meglio d''o fottere», recita un famoso proverbio di saggezza popolare napoletano. Ma è anche meglio di essere fottuti, di non poter incidere sugli accadimenti, di non poter difendere gli interessi che rappresenti.

 

La manovra fiscale di Draghi certo non è da programmi elettorali di Centrodestra che nelle ultime campagne elettorali aveva promesso la rivoluzione della flat -tax, la tassa piatta che davvero potrebbe essere una rivoluzione. Cosa facciamo, li impicchiamo alla promessa tradita oli ringraziamo per aver portato a casa un minimo sindacale, come si dice in gergo, che con l'aria che tira non era per nulla scontato? Io propendo per la prima ipotesi e faccio mio il proverbio napoletano. In attesa ovviamente che comando e orgasmo coincidano. Ma per questo bisogna aspettare di andare a votare e essere uniti al punto di vincerle. Il primo obiettivo è in arrivo, male che vada un anno, il secondo è da mantenere nella perigliosa navigazione che i tre partiti stanno facendo su fronti avversi, con due soci in maggioranza e uno all'opposizione. Teniamo duro che la Terra è vicina.

 

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