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Obbligo vaccinale, Vittorio Feltri: "Ecco perché non è un attentato alla Costituzione"

 Vittorio Feltri

Vittorio Feltri
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Ieri mattina, spesso mi accade, ho partecipato su La7 al programma di successo, in onda da oltre dieci anni, condotto da Myrta Merlino, brava come tutti sanno. Tra gli ospiti c'era un professore, Ugo Mattei, giurista, il quale si è dichiarato contrario al Green pass, e fin qui niente di strano. Anche io penso che l'importante sia immunizzarsi, mentre il documento utile per circolare senza incorrere in rotture di scatole è superfluo, un ulteriore appesantimento burocratico. Ciò che invece mi ha sorpreso negativamente è che il docente, uomo intelligente e capace di esprimersi, ha sostenuto che il vaccino non può essere reso obbligatorio: ciò sarebbe anticostituzionale. Perché? Secondo lui tale costrizione limiterebbe la libertà dei cittadini di scegliere se farsi bucare il braccio oppure no. A mio giudizio noi italiani, non soltanto noi, siamo vincolati da mille regolamenti che in vari modi ci vietano un sacco di cose ma non per questo la loro impraticabilità è da considerarsi anticostituzionale. Durante la trasmissione ho citato l'esempio della patente di guida, se non ce l'hai non puoi stare al volante. E anche questo è un limite, benché necessario.

 

 

 

Giustamente il cattedratico ha obiettato che però l'anticovid entra nel tuo corpo il cui padrone sei soltanto tu e non lo Stato. Il ragionamento filerebbe se la Carta sorvolasse sulla salute pubblica, alla quale deve contribuire qualunque individuo, inclusi i no vax. A parte questo, segnalo al professore che se hai un bambino e vuoi mandarlo all'asilo devi sottoporlo a una serie di vaccini, altrimenti non viene accolto. E non mi pare che le scuole materne se ne infischino della Costituzione. Quando avevo una ventina d'anni, nel 1964, fui reclutato nell'esercito in base al fatto che la leva era di rigore, ma a nessuno veniva in mente che le forze armate fossero anticostituzionali. Non solo, i militari appena giunti in caserma dovevano subire un paio di iniezioni al petto che proteggevano da vari morbi. Non era neanche pensabile di rifiutarle. Altra pratica inconciliabile con la legge suprema? Figuriamoci.

 

 

 

Il docente mi ha replicato: esisteva l'obiezione di coscienza che esentava dal prestare servizio in uniforme. Semplicemente tale obiezione fu introdotta in anni successivi. Cosicché mai nessuno si è sognato di dire che la leva violasse i diritti costituzionali. Ora invece per una punturina che riduce i rischi (l'immortalità non la garantisce nemmeno il padreterno) benché non li elimini del tutto, si scatenano polemiche puerili, tipo quelle sollevate dai terrapiattisti, persone in lite con la propria scarsa intelligenza. Un'ultima considerazione. Il vecchio ministro della Sanità Sirchia alcuni anni orsono dichiarò guerra al fumo perché, sosteneva, fa male alla salute. E lo vietò sui treni e nei ristoranti privi di aerazione potente. Anche questa è una limitazione della libertà. Ma non mi pare che le osterie violino la Costituzione. Semmai mi impediscono di aspirare una sigaretta, che non fa più male di una salsiccia, della pasta alla gricia e della pancetta fritta. Tanto è vero che non ho mai visto un obeso diventare vecchio. Preferire il colesterolo alto alla nuvoletta azzurra prodotta da una paglia è un'idiozia. 

 

 

 

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