Piercamillo Davigo, Alessandro Sallusti: "Testimone dell'indicibile in magistratura. Se non parla, taccia per sempre"
Piercamillo Davigo, come qualsiasi imputato, dirà che la richiesta di rinvio a giudizio per rivelazione del segreto istruttorio decisa ieri nei suoi confronti dalla Procura di Brescia è una ingiustizia, che la magistratura sta prendendo un granchio e che lui non ha fatto nulla di illecito. Musica per le nostre orecchie, perché le parole escono dalla bocca del pm più giustizialista di sempre per il quale "un innocente è un colpevole che l'ha fatta franca" e i magistrati sono intoccabili e ingiudicabili, due suoi dogmi ma validi solo se non c'è lui di mezzo. Dire questo, ci rendiamo conto, è banale come esultare per aver segnato un rigore a porta vuota, si chiama "legge del contrappasso", in cui cascano tutti i moralisti.
La vicenda riguarda la diffusione impropria dei verbali in cui il faccendiere Amara racconta dell'esistenza di una loggia, chiamata Ungheria su cui la Procura di Milano - visti i nomi coinvolti - tardava ad indagare. Cosa grave ma noi non festeggiamo la caduta del Grande inquisitore opinionista di moralità al servizio di Travaglio, del resto - se le accuse verranno confermate - abbiamo visto magistrati fare ben di peggio e pure sfangarla. A noi piacerebbe che Davigo, con un moto di orgoglio, dignità e verità andasse oltre e spiegasse a tutti noi chi e perché, secondo lui, lo ha messo prima alla porta della magistratura (da pochi mesi è in pensione forzata dal Csm) e poi incastrato nella vicenda dei verbali di Amara. Perché quella è l'unica parte interessante, e probabilmente inquietante, di questa vicenda, lì ci stanno le cose indicibili della magistratura italiana.
Altro che caso Palamara. Davigo è stato testimone delle peggio schifezze commesse dalla casta dei magistrati, delle loro lotte fratricide, in nome di un presunto senso di giustizia, un sistema da cui è troppo facile chiamarsi fuori al grido di "ma io sono onesto". Se così non sarà, e temo che non sarà, Davigo almeno si ritiri e taccia per sempre. L'omertà è peggio di tanti reati da lui perseguiti con ferocia anche là dove a volte non esistevano.