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Strage al Bataclan, il ministro sapeva: perché quel bagno di sangue poteva essere evitato

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Mauro Zanon
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L'ex ministro dell'Interno e premier francese Manuel Valls sapeva che il Bataclan era uno dei principali obiettivi dei terroristi islamici. Di più: avrebbe rifiutato la lista di jihadisti francesi che gli era stata proposta dai servizi di sicurezza siriani. 

Le accuse, pesantissime, provengono da Bernard Squarcini, ex capo della Dcri (oggi Dgsi), ossia dell'intelligence interna di Parigi. Intervistato dal canale YouTube Thinkerview, l'ex boss degli 007 francesi sotto la presidenza Sarkozy ha rivelato che Ali Mamlouk, consigliere speciale per la sicurezza di Bashar al Assad, lo aveva chiamato nel 2013 per mettergli a disposizione la lista di jihadisti francesi presenti sul territorio siriano. Squarcini non era più al vertice dei servizi segreti, ma aveva comunque contattato il suo successore Patrick Calvar per informarlo. «Calvar ha detto che era interessante, Cazeneuve, ministro dell'Interno, era d'accordo, Valls, invece, ha detto no, perché "non si parla con i banditi"», racconta Squarcini. 

L'ex direttore della Dcri riporta in seguito che nel 2011 il terrorista franco-belga Farouk Ben Abbès, autore di un attentato al Cairo nel 2009, fu arrestato «grazie all'aiuto dei siriani» e che durante la prima audizione pronunciò queste parole: «Dovevo compiere un attacco anche al Bataclan». Squarcini, subito dopo, chiese ai suoi collaboratori di scrivere una nota sul rischio di un attentato nella sala concerti parigina. «Siamo nel 2011. Il Bataclan era un obiettivo. Il patron aveva attirato l'attenzione perché difendeva l'esercito israeliano. Attenzione, si è accesa la spia rossa, dissi», rivela Squarcini, accusando i suoi successori e il socialista Manuel Valls di aver sottovalutato le minacce.

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